Angelo Floramo, Balkan Circus
(edito da Ediciclo, collana Gli Erranti)
Il tendone è enorme: una immensa jurta
siberiana rossa picchettata nei cortile della Vlada Aksentijevic.
Caroselli di cavallerizze, marionette che si animano in processione
chiassosa seguite da bambini incantati. Darko e Mila, trapezisti,
rotolano nell'aria come se fossero colibrì leggeri, prendendo in giro la
gravità. Migliaia di occhi trattengono il respiro quando volano da una
pedana all'altra, angeli sul cielo di Belgrado, la città bianca dove la
luna scende sul fiume, ogni notte, per fare l'amore coni poeti. Una
tromba parte in assolo, seguita da una banda improbabile di ottoni. Ho
l'impressione che la storia si sia presa una vacanza. I pagliacci
salveranno il mondo, sparando raffiche di risate e granate di allegria,
mi dico, per convincermi che potrebbe davvero andare così." A metà tra
reportage narrativo di viaggio e mappa dell'anima, "Balkan Circus" è
un'esperienza, un viaggio nel respiro di un mondo colorato e
strabiliante. Una prosa che sa di Kusturica e di Goran Bregovic, di
matrimoni e funerali: i Balkani in salsa agrodolce.
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