Senti che bel vento...... si cambia!

Senti che bel vento...... si cambia!

23/12/09

MANIFESTO per il volontariato in Europa

Questo manifesto è stato pubblicato dal Centro europeo del Volontariato (European Volunteer Centre/Centre Européen du Volontariat, CEV), una rete formata attualmente da 38 organismi per lo sviluppo del volontariato e centri di supporto al volontariato che rappresentano migliaia di volontari a livello locale si indirizza ai responsabili delle politiche europee nelle diverse istituzioni per spiegare l’importanza del volontariato e per proporre azioni concrete con cui i rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea possono, nell’ambito dei loro rispettivi poteri e competenze, riconoscere, promuovere e favorire il volontariato nella UE. Gli interlocutori istituzionali, le aziende e il terzo settore devono lavorare insieme per assicurare una “società a favore del volontariato”.


Il Manifesto per il Volontariato testimonia il contributo dell’Unione Europea a questo impegno comune.

Il volontariato si manifesta in molteplici forme in tutta Europa. Tale varietà non è che il riflesso dei diversi approcci e delle diverse tradizioni degli Stati Membri dell’Unione Europea. Tuttavia, si possono identificare alcune caratteristiche comuni.

Il volontario è un’attività intrapresa:

- Per libera volontà, scelta e motivazione della persona.

- Senza interesse di lucro

- In un ambiente organizzato (all’interno di organizzazioni, centri di volontariato, gruppi più o meno organizzati, ecc.)

- Con lo scopo di giovare a qualcun altro, rispetto al volontario, ed alla socIetà nel complesso, contribuendo all’affermazione di valori di interesse generale (pur riconoscendo che fare volontariato porta benefici anche al volontario).

Milioni di cittadini in tutta Europa sono coinvolti attivamente nel volontariato in modi diversi. I dati più recenti mostrano che:

- Nel Regno Unito ogni anno 23 milioni di persone si dedicano al volontariato, garantendo una forza-lavoro pari a quella di 180.000 lavoratori a tempo pieno. Per ogni euro di finanziamento pubblico speso per sovvenzionare il volontariato, i volontari contribuiscono con un valore di 30 euro in termini di tempo lavorativo; si stima che il valore economico del volontariato organizzato nel Regno Unito sia maggiore di 65 miliardi di euro all’anno, cioè il 7,9% del PIL.


- I belgi dedicano 5 ore di lavoro a settimana ad attività di volontariato non retribuite, equivalenti nel complesso a circa 200.000 lavoratori a tempo pieno.

- In Francia il tempo dedicato al volontariato nel 2002, all’interno di associazioni, equivaleva ad oltre 716.000 lavoratori a tempo pieno.

- In Polonia nel 2004 si sono dedicati al volontariato circa 5,4 milioni di cittadini, pari al 18,3% della popolazione. La stima del valore economico del volontariato, calcolata moltiplicando il numero di equivalenti lavoratori a tempo pieno (volontari) per il salario medio nello specifico settore, ammontava a 124 milioni di euro.

- In Germania 23 milioni di cittadini (36%) sono coinvolti in attività di volontariato.

- Il 33% della popolazione irlandese adulta (approssimativamente 1.287.000 di persone) si dedica in qualche modo al volontariato.

Perché è importante il volontariato


I volontari sono impegnati in una vasta gamma di attività: formazione e servizi sociali; mutuo soccorso; supporto all’individuo per lo sviluppo delle proprie potenzialità; campagne di promozione; amministrazione; azione a favore della comunità e dell’ambiente.

Il volontariato è un mezzo di inclusione sociale ed integrazione. Contribuisce alla formazione di una società coesa, creando vincoli di fiducia e solidarietà e, in tal modo, capitale sociale.

Il volontariato è un modo attraverso il quale le persone di ogni nazionalità, religione, ambiente socio-economico ed età possono dare il loro contributo per un cambiamento positivo.

I volontari contribuiscono all’attuazione delle politiche dell’UE, come le politiche per l’inclusione sociale e l’aiuto allo sviluppo2.

ll volontariato può essere concepito ed utilizzato come strumento atto a stimolare una cittadinanza europea attiva e responsabile, che è al centro degli ideali e dei valori europei di democrazia, solidarietà e partecipazione.

É una grande fonte di riconciliazione e ricostruzione nelle società divise. Attraverso il volontariato le persone acquisiscono ed esercitano competenze di leadership, di comunicazione ed organizzazione; ampliano la propria rete sociale di riferimento e spesso si avviano verso un successivo lavoro retribuito; il volontariato garantisce opportunità di apprendimento informale e non formale e, dunque, è uno strumento estremamente importante nella strategia di apprendimento permanente (Life Long Learning) all’interno dell’Unione Europea.

Il valore economico del volontariato ed il suo contributo all’attività “economica” nel Prodotto Interno Lordo sono significativi e pertanto si rende necessaria una loro chiara rendicontazione nei conti statistici nazionali.

Il volontariato e la creazione di partenariati innovativi tra aziende, autorità pubbliche e centri di volontariato sono un modo per ampliare l’agenda della responsabilità sociale d’impresa.

Il volontariato svolge un ruolo importante nel trovare soluzioni a problemi della società. I volontari aiutano ad accrescere la quantità e la qualità dei servizi ed a sviluppare nuovi servizi in modo creativo. In questo modo il volontariato può contribuire alla creazione di nuove opportunità lavorative.

Il volontariato è, quindi, una componente importante dell’obiettivo strategico dell’Unione Europea di diventare “... la più competitiva e dinamica economia mondiale basata sulla conoscenza...”, come è stato adottato dagli Stati membri nel Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo 2000.


Tuttavia il volontariato, sebbene prestato gratuitamente, non è esente da costi.

Affinché il volontariato possa manifestare e sviluppare tutte le funzioni qui menzionate, sono necessari impegni ed azioni concrete volte al suo riconoscimento, sostegno e promozione. Una struttura efficace di volontariato richiede l’impegno di tutti i gruppi portatori di interesse: la società civile, le aziende ed i governi a livello locale, regionale, nazionale e dell’UE. A tal riguardo, l’UE è senza dubbio un attore fondamentale e può contribuire in vari modi allo sviluppo di un sistema di volontariato efficace in Europa.


Il CEV si rivolge alle istituzioni dell’UE affinché...

1. Riconoscano e promuovano attivamente il volontariato

Il volontariato è attivo in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, anche se diverse sono le tradizioni nazionali e regionali e le forme che può assumere. I volontari di tutta Europa hanno in comune l’aspirazione ad essere impegnati attivamente ed a contribuire alla soluzione dei problemi della società. È quindi di primaria importanza che i vari Stati membri dell’UE possano definire e condividere un’esaustiva visione dello scopo e dell’importanza del volontariato, ed un’intesa comune sul ruolo che i vari gruppi di interesse possono giocare nel promuovere e riconoscere il volontariato. Disporre di un’ampia informazione empirica contribuirà a porre il volontariato nell’agenda dell’UE. L’UE, i governi nazionali e le altre parti coinvolte dovrebbero maturare la capacità di monitorare gli sviluppi del volontariato e di analizzare il valore da esso rappresentato. A tal riguardo, si incoraggiano l’UE ed i Governi nazionali ad applicare il manuale delle Nazioni Unite sulle Istituzioni Non-profit (UN Handbook on Non-Profit Institutions) nei sistemi di rendicontazione nazionali e a collaborare con EUROSTAT alla realizzazione di un rapporto che fornisca dati sul volontariato e sul suo valore economico. L’UE deve riconoscere il volontariato orizzontalmente nelle sue diverse politiche. Chiediamo alle istituzioni di impegnarsi attivamente a consultare il CEV e a considerare le sfide che sono raccolte a livello locale e a loro trasmesse. Al fine di promuovere il volontariato, alcuni Stati membri organizzano eventi annuali (come la “Giornata del volontariato” o la “Settimana del volontariato”). L’anno internazionale del Volontariato nel 2001 è stato un evento fondamentale che ha permesso di accrescere l’attenzione sul volontariato e di delineare il quadro di riferimento necessario per il raggiungimento di risultati concreti e per la definizione delle misure capaci di dare nuovo impulso al movimento globale del volontariato. L’anno del volontariato 2005 nel Regno Unito ha ripreso tale esperienza a livello nazionale. L’UE dovrebbe trarne esempio per incoraggiare i Governi nazionali a prestare maggiore attenzione al volontariato e dovrebbe istituire l’Anno Europeo della Cittadinanza Attiva attraverso il Volontariato. Una particolare attenzione si deve dare al riconoscimento delle abilità e delle competenze acquisite attraverso le esperienze di apprendimento non formale ed informale. É necessario riconoscere il ruolo ricoperto dal volontariato nella strategia di apprendimento permanente (Life-Long Learnig strategy) e si deve incentivare lo sviluppo di sistemi che garantiscano il riconoscimento ufficiale delle opportunità informali e non-formali di apprendimento.


2. Sostengano e facilitino il volontariato

In molti Stati, i settori pubblico e privato, in collaborazione tra loro, stanno ricercando dei modi per facilitare e sostenere l’opera dei volontari attraverso lo sviluppo di politiche ad hoc e l’attuazione della legislazione. Tali sforzi includono l’identificazione delle necessarie disposizioni legali, la precisazione dei ruoli di ciascuna delle parti in gioco e lo stanziamento del sostegno finanziario necessario. In tempi recenti, le aziende sono divenute più attive nel campo del volontariato, permettendo la collaborazione dei dipendenti e rimuovendo gli ostacoli alla loro partecipazione. La necessità di infrastrutture per sostenere i volontari ed il volontariato è ampiamente riconosciuta. Tali infrastrutture dovrebbero includere un quadro legale di riferimento per il volontariato, al cui sviluppo l’Unione Europea potrebbe contribuire attraverso la definizione di ampi standard comuni. Le ricerche dimostrano un’enorme diversità tra gli Stati membri riguardo alle definizioni, alle disposizioni legali e a ciò che si intende per “azione di volontariato”. Non tutti gli Stati membri hanno centri di volontariato nazionali o enti che svolgano funzioni di sostegno e promozione del volontariato in generale; un numero ancora minore di Stati ha le infrastrutture necessarie per fornire sostegno al volontariato a livello locale.

A livello europeo, attualmente non ci sono finanziamenti specifici destinati allo sviluppo di infrastrutture europee di supporto al volontariato. Abbiamo bisogno di una struttura europea per favorire lo scambio di informazioni e “buone pratiche”; per lo sviluppo di capacità; per contribuire a delineare una valutazione comune del mondo del volontariato in Europa; per canalizzare le informazioni tra i diversi livelli, nazionale e locale, da un lato, e l’Unione Europea, dall’altro; per dare ai volontari una “voce” all’interno dell’UE e aggiungere una dimensione europea alle innumerevoli attività dei volontari di tutta Europa.

3. Favoriscano attivamente il lavoro in rete

Molto rimane ancora da fare per rafforzare ulteriormente la base del volontariato ad ogni livello (locale, nazionale ed europeo), e particolarmente per dare “voce” alle organizzazioni europee che coinvolgono i volontari. E’ necessario che le istituzioni dell’UE riconoscano il ruolo cruciale che reti quali il CEV svolgono nel collegare l’agenda dell’Unione al livello di base.


16/12/09

Corso di lingua friulana

Comune di Muzzana del Turgnano
Assessorato alla cultura, sport e politiche giovanili

in collaborazione con la Societât Filologjiche Furlane
organizza un


CORSO GRATUITO DI
12 LEZIONI DI
LINGUA E CULTURA FRIULANA
(lettura, scrittura, storia, letteratura, tradizioni, toponomastica)


Le lezioni, a cura di Luigi Del Piccolo (Canzian), avranno inizio entro la fine del mese di gennaio 2010 e si svolgeranno ogni martedì dalle ore 20.30 fino alle 22.30 presso i locali della scuola media di Muzzana.

La presentazione del corso si terrà il 12 gennaio 2010 – alle ore 20.30 - presso i locali di “Villa Muciana” –Piazza S. Marco, n. 3 – Muzzana del Turgnano
Informazioni ed iscrizioni entro il 15 GENNAIO 2010 presso:
Biblioteca Civica di Muzzana del Turgnano tel. 0431 – 698096
Orario di apertura: lunedì e giovedì ore 14.30 – 19.00 /martedì e giovedì ore 9.00 -13.00


10/12/09

Fonti rinnovabili: ecco i Comuni con più impianti per la produzione di energia “verde”

La produzione di energia da fonte rinnovabile è in forte espansione nel nostro Paese. È questo il quadro che emerge da un’indagine condotta da Cittalia, la fondazione Anci ricerche, dal titolo “I Comuni Italiani 2009”. I comuni lombardi producono, complessivamente, la quota maggiore di energia da fonte rinnovabile, seguiti da quelli del Trentino Alto Adige, della Toscana e del Piemonte.
Sono 593 i comuni, localizzati principalmente in Lombardia (32%), Emilia Romagna (10,5%) e Friuli Venezia Giulia (9,1%) che hanno installato sui propri edifici (scuole, ospedali, uffici, biblioteche, ecc.) impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
Sempre più diffusi sono l’eolico, il fotovoltaico, il solare termico, il mini idroelettrico e il geotermico, soprattutto nei comuni del nord Italia. La fonte di energia rinnovabile preferita dagli italiani è il fotovoltaico: sono complessivamente 5.006 i comuni italiani (il 62% del totale) che hanno installato tale tipologia di impianto.
In tre quarti dei territori comunali dell'Emilia Romagna, della Toscana, della Puglia, del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino Alto Adige sono presenti pannelli fotovoltaici. Diffuso anche il solare termico, i cui impianti sono funzionanti nel 37% dei comuni italiani; da segnalare come in oltre l'80% dei comuni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia siano stati installati tali impianti. Gli impianti per la produzione di energia che utilizzano il sole quale fonte sono maggiormente diffusi nei comuni del nord ma è nel sud del paese che si rileva la maggior produzione di energia solare: infatti, è nei comuni pugliesi che si genera il 12,5% della produzione solare italiana; seguono quelli di Lombardia, del Trentino Alto Adige e dell'Emilia Romagna.
Meno diffusi sono, invece, gli impianti mini idroelettrico ed eolico, questi ultimi diffusi in oltre il 10% dei comuni pugliesi, molisani e lucani, mentre i primi in oltre un quinto di quelli valdostani. Ed infatti, è nei comuni delle regioni meridionali che si rileva la maggior produzione di energia eolica, mentre nei territori comunali centro-settentrionali si registrano valori mediamente bassi, a causa anche della limitata dimensione degli impianti. Infine, solo nell'1% dei comuni italiani, soprattutto nel nord del paese, sono localizzati impianti di produzione di energia geotermica.
Quanto ai comuni produttori di energia, dall'indagine emerge che un numero sempre maggiore di comuni italiani ha installato su propri edifici (scuole, ospedali, uffici, biblioteche, ecc.) impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Si tratta complessivamente di 593 comuni, localizzati principalmente in Lombardia (32%), Emilia- Romagna (10,5%) e Friuli-Venezia Giulia (9,1%). Sono 425 i comuni che hanno installato impianti solari fotovoltaici (il 5,2% del totale). Sono invece 294 i comuni che, attraverso pannelli solari termici installati su edifici pubblici, producono energia.
In generale emerge una grande attenzione ai temi dell'energia delle amministrazioni locali italiane. Infatti, dei 408 comuni con popolazione compresa tra 20mila e 60mila abitanti poco meno del 20% produce energia direttamente sfruttando i propri edifici, così come il 54,4% e il 91,7% rispettivamente dei 90 comuni fino a 250mila abitanti e dei 12 comuni oltre tale soglia.

(da edilone.it)

08/12/09

07/12/09

Ddl per ridurre il numero degli assessori e consiglieri comunali

Un disegno di legge per ridurre sensibilmente il numero degli assessori e dei consiglieri comunali e provinciali e ridefinire i compiti e’ stato presentato da Salvo Fleres senatore del Popolo della Liberta’.
”Un ddl – spiega Fleres – per coniugare una maggiore efficienza di funzionamento con l’esigenza di contenere i costi della politica, spingendo verso una semplificazione degli organi, del loro numero allo scopo di aumentare la rapidita’ delle decisioni e ridurre i poteri di veto e ridistribuendo le competenze con una netta distinzione fra organi di governo e organi di controllo. A tal fine i consigli comunali vengono resi organi di controllo politico-amministrativo piu’ che di indirizzo, e con limitate funzioni di indirizzo politico nelle questioni e nelle decisioni che, si ritiene, debbano essere affrontate in un ambito di confronto politico piu’ consono, ovvero in sede di assemblea”.
Il ddl prevede una netta riduzione per consiglieri e assessori comunali che verrebbero dimezzati e anche di piu’: oltre un milione di abitanti scenderebbero da 60 a 30 (gli assessori da 17 a 7), oltre 500 mila da 50 a 25 (assessori da 15 a 6), oltre 250 mila da 46 a 20 (assessori da 13 a 5), oltre 100 mila o capoluoghi di provincia da 40 a 15 (assessori da 11 a 4), oltre 30 mila da 30 a 12 (assessori da 7 a 3), oltre 10 mila da 20 a 10 (da 7 a 3), oltre 3 mila da 16 a 8 (assessori da 5 a 3), fino a 3 mila da 12 a 6 (da 5 a 3, questo avverrà nel nostro comune). Per le provincie la riduzione e’ di un terzo o poco piu’: oltre 1,4 milioni di abitanti da 45 a 30 consiglieri (assessori da 7 a 3), oltre 700 mila da 36 a 25 (assessori da 11 a 5), oltre 300 mila da 30 a 20 (assessori da 9 a 4), fino a 300 mila da 24 a 15 (assessori da 7 a 3).


Pubblicato in Governo da castrum il Martedì 3 Marzo 2009

04/12/09

Il consiglio comunale di Muzzana vota per la difesa dell'acqua pubblica!

Anche il consiglio comunale di Muzzana del Turgnano ha votato un ordine del giorno a favore dell'acqua pubblica.


Di seguito parte del documento approvato nella seduta di venerdì 31 novembre ed illustrato dal consigliere comunale Alessio Turco:


IL CONSIGLIO COMUNALE DI MUZZANA DEL TURGNANO S'IMPEGNA A:


1. Costituzionalizzare il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:


• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
• confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgas n. 267/2000;

2. Promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato attraverso le seguenti azioni:

• a. informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;
• b. contrasto al crescente uso delle acque minerali e promuovere l'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;
• c. promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l'introduzione dell'impianto idrico duale;
• d. promozione, attraverso l'informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;
• e. informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione periodica delle analisi chimiche e biologiche;
• f. promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

03/12/09

Progetto Moldavia

Venerdì 4 dicembre_ore 20:30_villa Muciana_Muzzana del Turgnano