Senti che bel vento...... si cambia!

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10/12/08

Bilancio Partecipativo al Comune di Udine

La città di Udine ha concluso in questi giorni la sua prima esperienza di bilancio partecipativo: un progetto sperimentale sviluppatosi, nell'arco di pochi mesi, attraverso assemblee pubbliche di quartiere e che ha visto l'Amministrazione Comunale interessata da un punto di vista squisitamente tecnico e di accompagnamento al processo.
Quella udinese non è la prima esperienza di Bilancio Partecipativo in Italia: i processi di partecipazione popolare, partiti già da qualche tempo, stanno ora assumendo anche in Italia dimensioni interessanti.
Il fatto che tali esperienze si sviluppino in un sistema di governo basato sulla democrazia rappresentativa induce a chiederci se e in che termini l'ampia formula di democrazia diretta possa convivere in questo sistema.
In questa prospettiva è bene chiarire come fin dall’origine del costituzionalismo moderno, l’esercizio “diretto” della sovranità si risolveva “nel deliberare, in regime di compresenza fisica dei consociati - sulla piazza pubblica”, senza la partecipazione di intermediari che si potessero frapporre fra il decisore e la decisione.
Al contempo tra la democrazia e il regime rappresentativo, si è da sempre tracciata una nettissima linea di demarcazione, diretta a chiarire la radicale differenza che le separa.
Ma, se il concetto di democrazia diretta, è ancora oggi quello dei classici, (cioè quello del “popolo adunato”), è pur vero che nelle società complesse, ogni tecnica decisionale comporta, pur sempre (oggi più che mai) una mediazione. Nelle società pluralistiche diviene infatti inevitabile una interposizione fra il popolo e la decisione politica, anche quando quella decisione viene imputata allo stesso popolo e ad una sua “diretta” manifestazione di volontà. La realtà dei fatti dimostra come l’opinione pubblica si forma pur sempre e anzitutto attraverso la mediazione dell’attività di partiti e gruppi, e, sopratutto, attraverso i mezzi di informazione che, spesse volte, prevaricano l'ideologia degli stessi gruppi e partiti politici (più deboli).
Per tutto ciò, allorchè si discuta di processi di Bilancio Partecipativo, si dovrebbe più correttamente utilizzare il termine di democrazia partecipativa, pur consapevoli che il Bilancio partecipativo presenta connotati propri e specifici che vanno ben oltre il significato della partecipazione degli istituti costituzionali del referendum abrogativo e di partecipazione popolare.

Non vi è dubbio peraltro che simili processi partecipativi siano nati dall'esigenza di affrontare criticità proprie della democrazia rappresentativa che, ai nostri fini, si possono riassumere in una duplicità di fattori:

1) - l'ampliarsi del principio di sussidiaretà.
Una sorta di invito allo Stato a non intervenire ogni qualvolta i cittadini e loro aggregazioni sociali (famiglia, associazioni ed altri "corpi intermedi", incluse le istituzioni locali) possono ‘fare da soli’. Il principio di sussidiarietà ha in sostanza innescato una catena di de-responsabilizzazioni progressive, con caratteristiche fortemente asimmetriche: infatti nell'epoca caratterizzata dal fenomeno della globalizzazione dei problemi viviamo una sempre più incisiva "localizzazione" delle soluzioni, che caricano le amministrazioni locali della responsabilità delle scelte (ma a cui, peraltro, non seguono adeguati trasferimenti di risorse, indispensabili per farvi fronte).
Questa crescita del decisionismo istituzionale locale, avviato con l'era dell'elezione diretta dei sindaci e della dimunizione di potere dei consigli comunali, è andata sempre più coniugando una creazione di spazi di partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni pubbliche.
Il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte pubbliche diviene così quasi indispensabile sopratutto per ricostruire una fiducia dei cittadini nella politica, che possa darle ‘sostenibilità’ davanti alle continue crisi di legittimazione che ha attraversato nell’ultimo trentennio.
La riforma poi del Titolo V della Costituzione (2001) – con tutte le sue molteplici contraddizioni – si inserisce in questo percorso di sussidiarietà, diretto a valorizzare l’autonomia degli enti locali e degli istituti di partecipazione popolare. Il nuovo testo dell’art. 118 prevde così nuovi modelli organizzativi e di relazione tra amministrazione e cittadini, fondati sulla comunicazione e sulla co-decisione.
Con ciò rafforzando quel concetto di partecipazione evidenziato fin dai primi articoli della Costituzione, in cui appare chiara la convergenza tra sovranità popolare, partecipazione effettiva, uguaglianza sostanziale e pluralismo.

2) - la crisi del sistema dei partiti politici.
Già Carlo Esposito, giurista e filosofo del secolo scorso, aveva avuto modo di affermare che se un partito invece di rappresentare una ideologia e tendere al bene comune rappresentasse le esigenze di un gruppo di pressione economico, sarebbe di fatto un gruppo di pressione mascherato, e sarebbe per questo da combattere, da espellere dal Parlamento, da denunciare come scandaloso”
Il maestro filoso e giurista del secolo scorso precisa, tra l'altro, che l’azione dei partiti sui Ministri e sul Governo è lecita, ma “da condannare quando sia determinata da privati interessi” : la proiezione pubblica del partito, in quanto strumento di raccordo tra Stato e società civile con l'esclusiva funzione pubblica di trasmettere la volontà sovrana del popolo, non è compatibile, per Esposito, con l’inquinamento della politica da parte degli interessi personali ed economici.

In questa prospettiva non vi è chi non veda come l'inquinamento della politica con interessi personali ed economici di parte abbia avviato ad una crisi del sistema che, fin dagli anni 90, ha amplificato il senso di diffidenza e di sfiducia del popolo sovrano che ha finito col riversarsi sulle istituzioni, nucleo e fondamento della democrazia rappresentativa.
Se quindi i partiti sono chiamati a assolvere a una “funzione basilare nella vita della nostra democrazia rappresentativa”, ecco che, la crisi che oggi essi vivono si traduce e confonde nella crisi stessa della democrazia rappresentativa: con la naturale conseguenza della necessità di ricerca di nuove soluzioni.

È negli anni ’60 che il tema della partecipazione entra con forza nel dibattito politico italiano; sono gli anni dei consigli di fabbrica, consigli scolastici ed esperienze di urbanistica partecipata che avviano, nel decennio successivo, un percorso di elaborazioni normative.
La crisi degli anni ’90 ha portato poi alla differenziazione degli statuti comunali, soprattutto dopo la nuova legge elettorale del 1993 istitutiva dell’elezione diretta dei sindaci; mentre il Testo Unico degli Enti Locali del 2000, ha rafforzato il ruolo delle istituzioni più vicine al cittadino. Da allora hanno iniziato a costituirsi strumenti specifici e adatti ai diversi contesti socioculturali locali, con l’obiettivo di trasformare la partecipazione da risorsa simbolica in risorsa strumentale.
In Italia, la conoscenza del tema del Bilancio Partecipativo è avvenuta nel 1998, grazie ad alcuni studi universitari e alla neonata rivista ‘Carta’.
Se è vero che l’approccio al Bilancio Partecipativo è risultato fin da subito estremamente politicizzato , è pur altrettanto vero che oggi l'approccio al Bilancio Partecipativo appare più maturo, in quanto pensato e voluto quale strumento di relazione trilaterale tra amministrazioni, cittadinanza e apparato burocratico e, in ultima analisi, di miglioramento della gestione urbana.
Il Bilancio Partecipativo costituisce un percorso importante all’interno di queste sperimentazioni. In Italia, il dibattito sui ‘bilanci’ si è sviluppato in parallelo a quello dei Bilanci Sociali (strumenti diretti a misurare gli effetti in termini sociali delle politiche pubbliche) e ha trovato un terreno fertile alla comprensione del suo ruolo di strumento di rinnovamento politico/pedagogico centrale per l’arricchimento dell’autoconsapevolezza e del senso civico di cittadino.

L'esperienza di Udine, favorita e anticipata, dalla partecipazione alla Rete 9^ del Progetto europeo UR-BAL e successivamente dalla decisione consiliare di associarsi alla Rete del Nuovo Municipio è centrata in particolare sull’idea di portare avanti un’autoeducazione alla democrazia della cittadinanza, attraverso forme di co-decisione tra abitanti ed istituzioni relativamente ai nuovi investimenti strategici per il territorio. In tal senso Udine ha promosso e realizzato un progetto - ancorché sperimentale - di vero e proprio Bilancio Partecipativo, da non confondere con il Bilancio partecipato, il cui approccio sostanziale è ben diverso e certamente più riduttivo e limitante.
Si tratta di un percorso di coinvolgimento che presenta tutte le caratteristiche per tradursi in un percorso duraturo e strutturato dove i cittadini svolgono un ruolo attivo nella costruzione delle decisioni, e non certo di una partecipazione quasi ‘passiva’.

In tale prospettiva, Udine assume il ruolo e la funzione di "apripista" nell'ambito dell'intero territorio regionale, dove il Bilancio partecipativo, assieme al Bilancio Sociale, sono ancora al di là da venire.

17/11/08

Agenda 21

Agenda 21 è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo sostenibile: consiste in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull'ambiente.
La cifra 21 che fa da attributo alla parola Agenda si riferisce al XXI secolo, in quanto temi prioritari di questo programma sono le emergenze climatico-ambientali e socio-economiche che l'inizio del Terzo Millennio pone inderogabilmente dinnanzi all'intera Umanità.
L’Agenda 21 è quindi un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti i portatori di interesse che operano su un determinato territorio.

In questo sito trovate i progetti del Comune di Udine e il progetto Laguna 21 riferito alla bassa friulana di S.Giorgio e Torviscosa.

http://www.miw.it/ProgettiA21.htm

www.laguna 21.it

10/11/08

Iniziativa PD a Latisana

Venerdì 14 novembre - ore 20.30

Latisana - Palazzo Molin Vianello - Via Rocca 6

Il coordinamento dei Circoli del Partito Democratico della Bassa occidentale

promuove un incontro pubblico su:

Le proposte del PD per far fronte alla crisi economico finanziaria

Partecipano all'incontro

On. Ivano Strizzolo
Deputato della Repubblica

Mauro Travanut
Consigliere Regionale FVG

Cristiano Shaurli
Consigliere e Segretario Provinciale di Udine

Dal sogno al progetto

Interessante l' iniziativa di questa associazione, all' interno del sito progetti realizzati e in corso con lo sguardo rivolto al futuro!

www.comunivirtuosi.org

Gli enti locali che aderiscono all’associazione ritengono che intervenire a difesa dell’ambiente e migliorare la qualità della vita sia possibile e tale opportunità la vogliono vivere concretamente non più come uno slogan, consapevoli che la sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dalla enunciazione di principi alla prassi
quotidiana.
Le finalità statutarie riguardano in particolare l’impegno a:
ridurre i consumi energetici per gli immobili di proprietà pubblica e per la pubblica illuminazione, incentivando l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili; governare in modo consapevole il territorio, introducendo negli strumenti urbanistici comunali norme di contenimento del consumo di suolo ed efficenza energetica; ridurre la produzione dei rifiuti attraverso progettualità concrete ed efficaci e introdurre la raccolta differenziata porta a porta spinta;
promuovere la diffusione di mezzi ecologici per una mobilità realmente sostenibile e gestire correttamente il territorio evitando il più possiibile spostamenti motorizzati superflui; promuovere, incentivare e sostenere nuovi stili di vita nelle comunità amministrate, attraverso progettualità partecipate finalizzate alla riduzione dell’impronta ecologica di un territorio.

03/11/08

Iniziativa PD a Lignano Sabbiadoro


Giovedì 20 novembre 2008 - ore 18.00

Centro Civico S. Pertini di Lignano Sabbiadoro


Conferenza / Dibattito sul tema: Crisi monetaria e turismo, riflessi su Lignano Sabbiadoro
interverranno il segretario regionale del PD Bruno Zvech ed il segretario provinciale di Udine Cristiano Shaurli

Economie locali e Sovranità Alimentare

Premessa: Argomento molto interessante da mettere in relazione anche con l'utilizzo dei terreni di proprietà del comune e sul metodo con il quale vengono coltivati, opportuno quindi riflettere sui cambiamenti che avvengono a causa della globalizzazione nel settore agricolo con un'occhio di riguardo a chi, nel nostro territorio regionale, ha saputo guardare avanti.
Sedran Cristian


Venerdì 31 ottobre a Udine nell’ambito di Terre Lontane/Mondi Vicini si è tenuto un confronto a tutto campo sulla “Crisi alimentare e crisi ambientale e sul ruolo delle economie locali”, con testimonianze dal mondo e alcuni esempi dal Friuli Venezia Giulia di politiche agrarie alimentari sostenibili




Aumento indiscriminato dei prezzi dei cereali, valorizzazione dei prodotti locali, “filiera corta” dal produttore al consumatore che garantisca qualità e prezzo equo: concetti di cui si parla sempre più spesso nella vita di tutti i giorni, molte volte senza aver chiaro il nesso che li lega.

Argomenti che hanno però un denominatore comune: il tema della “sovranità alimentare” (al centro anche del recente Salone del Gusto / Terra Madre di Torino, ndr), ovvero il diritto di ogni popolo a definire le proprie politiche agrarie in materia di alimentazione e il diritto dei produttori locali a scegliere cosa produrre e come produrlo, condizione per garantire in modo ecologicamente sostenibile il diritto a un’alimentazione sufficiente e sana per tutti, in tutti i Paesi del mondo.

Dei diversi aspetti della sovranità alimentare - attraverso testimonianze di alcune delegazioni dei paesi del sud del mondo alle prese con politica agrarie ormai completamente slegate dalle terre di origine e in mano alle esigenze delle multinazionali, esempi concreti di valorizzazione di economie locali e alcune proposte concrete per il futuro – si è discusso venerdì 31 ottobre dalle ore 16.00 nel convegno “Economie locali e Sovranità Alimentare”, presso la Sala Paolino d’Aquileia a Udine, promosso dal CeVI di Udine in collaborazione con i principali soggetti del settore della nostra regione. Nell’articolato dibattito si sono confontati, infatti, le associazioni di agricoltori biologici Aiab e Aprobio, l’Assessorato regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali, CIPSI, le 3 associazioni di categoria agricole del FVG (CIA, Coldiretti, Confagricoltura), il Centro Interdipartimentale Cartesio, il Comune di Udine, la Facoltà di Agraria dell’Università di Udine, Legambiente, Rete di Economia Solidale, Slow Food FVG .

Dopo il saluto del sindaco di Udine Furio Honsell, gli interventi dei rappresentanti delle delegazioni che hanno partecipato a Terra Madre provenienti dal Brasile, Boaventura Soares Castro, sul modello di “Economia Popular Solidária”, sviluppato in Brasile per un economia solidale, popolare e sostenibile e di Stanley Mwaura Nderitu dal Kenya sul ruolo dei piccoli produttori locali e la rete di relazione tra piccoli produttori e consumatori locali sviluppata in Kenya attraverso il Network for Ecofarming in Africa (NECOFA). Conclusioni a cura dell’assessore alla cultura del comune di Udine Luigi Reitani.

La seconda sessione dei lavori si è sviluppata sul tema “Crisi alimentare e crisi ambientale: quale ruolo per le economie locali?” con gli interventi del Prof. Gianluca Brunori , Università di Pisa, sulle opportunità dei sistemi di economie locali; Federico Forgiarini, Imprenditore agricolo, sulle Fornaci del Zarnic, un'azienda agricola trasformata in fattoria didattica il cui motto è "scoprendo naturalmente"; Nereo Peresson, Imprenditore agricolo, sulla conservazione e valorizzazione di diverse varietà agricole della Carnia; Graziano Ganzit – Presidente Aprobio FVG sul progetto per la coltivazione di aree rurali semidesertiche mediante tecniche ecocompatibili avanzate, già sperimentato anche in alcune aree del Perù, Antonio Verrillo – Presidente Aiab FVG, con alcuni esempi di nuovi rapporti tra coltivatori e cittadini; Alberto Grizzo – Responsabile Fattoria Sociale Cooperativa Arca, con un esempio di progetto di Distretto Rurale di Economia Solidale realizzato in FVG per raggiungere l’autosufficienza in un territorio in termini di produzione alimentare ed energetica e Claudio Violino - Assessore alle Risorse agricole, naturali e forestali della Regione FVG sulle politiche agricole regionali in materia di economia locale.

A conclusione dei lavori, il tavolo di attori regionali coinvolti nella giornata che negli ultimi mesi ha già iniziato a lavorare sui temi della sovranità alimentare, intende presentare una “carta di intenti” per la promozione della sovranità alimentare nella nostra regione, come nuovo modello agro-alimentare basato sui sistemi di economia locale.

22/10/08

Class Action rimborso tariffe depurazione acque

La A.E.C. - DELEGAZIONE ITALIANA, accogliendo le richieste di centinaia di utenti che hanno pagato ingiustamente la tariffa per la depurazione delle acque fognarie ai Comuni ed agli Enti preposti a tal fine, a seguito della sentenza della Corte Costituzionele del 10 ottobre n. 335 che ha dichiarato illegittima la legge Galli (la n. 36 del 1994 “Disposizioni in materia di risorse idriche") nella parte in cui obbliga al pagamento della tariffa anche in assenza del servizio di depurazione, ovvero nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, intende avviare le procedure di una Class Action, da effettuarsi congiuntamente con i vari Comitati promotori locali di tutta Italia, che da anni lottano per raggiungere l'obbiettivo di veder riconosciuta l'ingiustizia della norma.

Chiediamo pertanto a Voi tutti di unirvi alla nostra iniziativa, che va sostenuta al fine di ottenere un ambito risultato, ovvero che i contribuenti vedano finalmente tutelato un loro sacrosanto diritto.

La nostra Associazione mette a disposizione la propria struttura ed i professionisti a lei collegati, per avviare le prime richieste di pre-conciliazione per ottenere il rimborso di quanto ingiustamente versato passando poi, in caso di rifiuto, alla Conciliazione tramite l'Organismo Internazionale di Conciliazione ed Arbitrato dell'ANPAR, (Ente riconosciuto dal Ministero di Giustizia), per il tentativo ante-litem del recupero delle cifre dovute a favore dei cittadini contribuenti.

Per aderire e preparare una efficace Class Action invitiamo tutti a visitare il sito www.tutelare.it

10/10/08

Un tetto per tutti

AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA: UNA RISPOSTA AL DISAGIO ABITATIVO

Si tratta di un processo di produzione dell’habitat nel quale i futuri proprietari realizzano materialmente le proprie abitazioni, all’interno di un gruppo organizzato.
La pratica di costruire con la propria fatica fisica la casa in cui si andrà ad abitare, è molto antica ed affonda le sue radici nell’esigenza di soddisfare comunque un bisogno primario, indipendentemente dalla scarsità delle risorse economiche disponibili. L’impegno degli autocostruttori a prestare la propria opera manuale in cantiere per un numero prestabilito di ore, consente un forte contenimento dei costi di costruzione; ma le ore di attività, contabilizzate e monetizzate, rappresentano anche un valore economico che andrà ad aggiungersi a quello finale delle abitazioni. Il lavoro degli autocostruttori rappresenta dunque una sorta di capitale immobilizzato da ciascuno di loro.

Va precisato che oggi l’autocostruzione non è un lavoro artigianale autogestito, un bricolage o una attività del tempo libero.
È una pratica edilizia con precise modalità e tecnologie costruttive, diretta ed assistita da professionisti. Per questo il prodotto architettonico dell’autocostruzione non può essere collocato in una sorta di sottomercato rispetto a quello regolare dell'abitazione; presuppone infatti l'esistenza di conoscenze, professionalità, metodologie, modalità e certificazioni nel corso dell’intero processo edificatorio.
La finalità dell’autocostruzione è rendere possibile l’accesso ad una abitazione in proprietà a nuclei familiari, italiani e stranieri, che non potrebbero acquisirla sul mercato immobiliare a prezzi per loro accettabili.

Nel corso degli anni il costo degli alloggi è infatti lievitato molto più in fretta dei redditi sia per l’affitto che per la proprietà, diventando un fattore determinante nei processi di esclusione o marginalità sociale. Il problema abitativo di ampie fasce di popolazione, sia autoctona che immigrata, si pone oggi in termini molto acuti in varie parti del paese.
Questa difficoltà diventa ancora più acuta nel caso di nuclei immigrati, per i quali si determina una vera e propria discriminazione nell’accesso alla abitazione.

La finalità dell’iniziativa è dunque quella di soddisfare a costi accettabili il bisogno abitativo di nuclei familiari a basso reddito (e tuttavia in grado di rimborsare un mutuo bancario ancorché a condizioni favorevoli), ma al tempo stesso di promuovere la convivenza tra le componenti etniche presenti nel paese (quella italiana compresa) e garantirne la coesione sociale.
Sul piano metodologico due sono gli elementi cardine dell’autocostruzione associata: la partecipazione in gruppo dei futuri proprietari all’atto fisico del costruire e l’affiancamento di un organismo di mediazione.

E' fondamentale la formazione del gruppo, perché costituisce un know how associato, importante per l’economia generale del progetto, ma soprattutto perché dà forza e determinazione collettive all’intendimento di costruire la propria abitazione. La “squadra” deve essere responsabilizzata in ogni fase del processo edilizio ed essere sostenuta durante tutto il percorso (dalla costituzione della cooperativa alle varie fasi dell’edificazione). Il fatto che ogni nucleo familiare sia tenuto a lavorare alla costruzione di tutte le case indistintamente fino alla loro ultimazione (l’attribuzione dei singoli alloggi avverrà solo a case ultimate e per tiraggio a sorte) spinge a condividere un impegno fisico per raggiungere un obiettivo comune. Si creeranno così forti legami che potranno essere alla base di buoni rapporti di vicinato.

L’affiancamento di un organismo di mediazione, invece, punta a stimolare ed accompagnare la squadra prima e durante il processo di costruzione, questo poichè estraneo da qualsiasi logica di profitto, lavora alla risoluzione dei problemi e dei conflitti che dovessero insorgere.
L'organismo di mediazione deve necessariamente avere conoscenze e competenze perchè si propone come strumento operativo che si occupa di:
- attivazione del consenso all’iniziativa;
- ricerca e selezione di nuclei familiari seriamente interessati a rendere effettivo il loro desiderio di una abitazione in proprietà (e determinate a farlo in forma associata);
- ricerca di agevolazioni creditizie;
- sostegno nelle pratiche urbanistiche;
- ricerca sul territorio del gruppo di professionisti cui competerà la progettazione edilizia, la direzione e l’assistenza in cantiere;
- mediazione e al tutoraggio per tutta la durata del processo di edificazione.
Il percorso dell’autocostruzione consta di una serie di attività sintetizzabili in fasi che precedono ed accompagnano quella stessa del costruire.

Si tratta infatti di:
- individuare Amministrazioni pubbliche disponibili a promuovere e sostenere l’iniziativa;
- individuare aree sulle quali edificare, di preferenza in terreni di edilizia popolare;
- promuovere la conoscenza dell’iniziativa presso l'opinione pubblica locale;
- sensibilizzare e coinvolgere nuclei familiari, italiani e stranieri;
- selezionare i beneficiari e costituire la cooperativa edilizia di autocostruttori:
- sollecitare l’assegnazione degli eventuali terreni di edilizia popolare alla cooperativa;
- contribuire alla scelta dei professionisti che si incaricheranno del progetto edilizio e della definizione dei suoi costi;
- individuare l’istituto di credito disponibile ad erogare il mutuo;
- adempiere le pratiche amministrative necessarie;
- aiutare nella ricerca di professionisti competenti ed esperti per la progettazione e l’assistenza tecnica;
- formare gli autocostruttori al lavoro di squadra e garantire una mediazione nel corso dei lavori di edificazione;
- stimolare buone relazioni tra gli autocostruttori e la comunità locale;
- contribuire a mantenere all’interno del cantiere rapporti di convivenza interetnica e di coesione sociale.

Particolare impegno deve essere prestato dall’organismo di mediazione alla selezione dei potenziali autocostruttori. Si tratta infatti di una operazione rilevante ai fini del successo di un’iniziativa che è rivolta a gruppi multietnici, per i quali non si tratta di soddisfare solo un bisogno abitativo, ma anche di intraprendere un percorso comune di convivenza che non è di per sé scontato.

I potenziali autocostruttori debbono infatti essere persone di differente appartenenza etnica, soggetti in condizione di disagio abitativo, comunque in grado di far fronte al costo di un mutuo ipotecario, disponibili a prestare la loro opera manuale all’interno di un gruppo organizzato e quindi realmente determinati a mettere a disposizione il tempo necessario all’iniziativa.

Tratto da www.autocostruzione.net

08/10/08

La bancarotta dei Comuni

Il Comune di Catania è fallito, i conti in rosso sono almeno 300 milioni di euro, forse più di 800. Il medico dello psiconano Scapagnini invece di un benservito ha ricevuto un regalo, infatti “Il comitato interministeriale per la programmazione economica ha disposto uno stanziamento di 140 milioni per far fronte all’emergenza finanziaria dell’Ente”. Catania non è un caso isolato. Nel 2007 c’è stato il buco di Taranto con 316 milioni di euro. Pochi mesi fa la Ragioneria generale dello Stato ha trovato una voragine di 10.709 milioni di euro nel bilancio del Comune di Roma. I Comuni spendono i soldi che non hanno. E falliscono. In questi casi dovrebbe fallire il sindaco insieme al consiglio comunale. La differenza dovrebbero metterla loro, non noi, non le casse dello Stato.
I Comuni, per fare soldi, si sono messi a fare le banche e a speculare sui derivati.I derivati secondo Wikipedia sono: “Titoli il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni che possono essere utilizzati per copertura di un rischio (hedging), utilizzando un derivato con effetto opposto all'operazione che si vuole coprire (ad esempio, una opzione put può coprire il rischio di un acquisto long di uno strumento finanziario)”.
Non avete capito nulla? I sindaci neppure, per questo i Comuni falliscono.
I derivati consentono di avere una liquidità immediata sui possibili utili. Per esempio, se si investe 100, si può incassare subito 150 (capitale più utili ipotetici). Le banche che propongono i derivati ricevono comunque le loro commissioni, spesso di qualche milione di euro, e sono esenti da ogni rischio. Se il derivato perde, il Comune perde tutto e deve restituire i soldi. Di solito la scadenza del contratto per i derivati è successiva la fine del proprio mandato. In sostanza, i debiti li paga il successore. I rischi da derivati per Comuni, Province e Regioni è di 10 miliardi di euro.
In testa alla classifica dei Comuni alla Deriva, c’è Milano con una esposizione di 300 milioni di euro in derivati. La risposta della Moratti non si è fatta attendere. Il prossimo 16 ottobre il consiglio comunale valuterà se “intraprendere azioni legali contro le banche che hanno convinto il Comune di Milano a sottoscrivere diversi contratti derivati”. Quindi, UBS, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa.
In sostanza accusa le banche di circonvenzione di incapace.
Una tesi vincente. Infatti, qualunque giudice, di fronte a un sindaco che ha investito i soldi dei cittadini in derivati, lo farebbe rinchiudere.
fonte:blog di Beppe Grillo

05/10/08

Venerdì 7 novembre ore 21.00 in Gelateria

"Il centro di Muzzana, viabilità e piazze, area Chiarandone"

Un nuovo modo di concepire il centro del nostro paese creando spazi a favore della socialità e dell'aggregazione delle persone, punti strategici indispensabili per la crescita e l'abitudine allo stare insieme.
La viabilità ha bisogno di più spazi per gli utenti che vogliono vivere il paese a piedi o in bicicletta, meno auto e meno velocità con collegamenti ciclabili per tutte le direzioni.
Un'attenzione particolare per l'area Chiarandone, il commissario sembra voler andare avanti con il progetto attuale, facciamo una nostra proposta per realizzare degli spazi a disposizione della comunità ma di dimensioni e con utilizzo diverso da quello proposto dal progetto.

06/09/08

Lavori pubbici (viabilità e piazze)


Un nuovo modo di concepire il centro del nostro paese creando spazi a favore della socialità e dell'aggregazione delle persone, punti strategici indispensabili per la crescita e l'abitudine allo stare insieme.
La viabilità ha bisogno di più spazi per gli utenti che vogliono vivere il paese a piedi o in bicicletta, meno auto e meno velocità in centro con collegamenti ciclabili per tutte le direzioni.

Ambiente


Stiamo lavorando per completare la presentazione di un progetto per la valorizzazione delle risorse ambientali di Muzzana del Turgnano.
L'idea nasce da un nuovo atteggiamento che vogliamo tenere nei confronti del nostro territorio e delle nostre risorse naturali, un nuovo punto di vista
per poter valorizzare al meglio l'ambiente naturale che ci circonda in sintonia con il cambiamento della società nella quale viviamo.
Guardare ai nostri usi civici e al nostro meraviglioso bosco come ad un'opportunità per portare il nostro paese ad un'apertura che segnerebbe un momento di cambiamento e di crescita in diverse direzioni per la nostra popolazione.
La nostra proposta:
Realizzare una pista ciclabile che colleghi il centro del nostro paese con il bosco dove poi costruire un percorso che dia la possibilità, in bicicletta o a piedi, di ammirare le nostre risorse ambientali e le loro caratteristiche più belle.
Nel tragitto trovano spazio almeno un punto di osservazione ed un tratto di percorso panoramico sulla laguna, delle piazzole di sosta con descrizioni su quello che si può ammirare e un centro visite dove poter avere tutte le informazioni necessarie sul territorio.Questo lavoro ha come obbiettivo la sensibilizzazione delle persone nei confronti dell'ambiente, visto non più come una risorsa di prima necessità
per l'uomo (agricoltura e caccia per sfamarsi, legna da ardere), ma come risorsa da conservare e da “usufruire” a scopo turistico e naturalistico in generale.
Oggi, anche nella nostra regione, esistono valorizzazioni ambientali pubblicizzazte in ambito turistico che hanno come obbiettivo la salvaguardia dell'ambiente e la conservazione delle caratteristiche del territorio migliorando le condizioni di vita della flora e della fauna esistenti.