Senti che bel vento...... si cambia!

Senti che bel vento...... si cambia!

23/12/09

MANIFESTO per il volontariato in Europa

Questo manifesto è stato pubblicato dal Centro europeo del Volontariato (European Volunteer Centre/Centre Européen du Volontariat, CEV), una rete formata attualmente da 38 organismi per lo sviluppo del volontariato e centri di supporto al volontariato che rappresentano migliaia di volontari a livello locale si indirizza ai responsabili delle politiche europee nelle diverse istituzioni per spiegare l’importanza del volontariato e per proporre azioni concrete con cui i rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea possono, nell’ambito dei loro rispettivi poteri e competenze, riconoscere, promuovere e favorire il volontariato nella UE. Gli interlocutori istituzionali, le aziende e il terzo settore devono lavorare insieme per assicurare una “società a favore del volontariato”.


Il Manifesto per il Volontariato testimonia il contributo dell’Unione Europea a questo impegno comune.

Il volontariato si manifesta in molteplici forme in tutta Europa. Tale varietà non è che il riflesso dei diversi approcci e delle diverse tradizioni degli Stati Membri dell’Unione Europea. Tuttavia, si possono identificare alcune caratteristiche comuni.

Il volontario è un’attività intrapresa:

- Per libera volontà, scelta e motivazione della persona.

- Senza interesse di lucro

- In un ambiente organizzato (all’interno di organizzazioni, centri di volontariato, gruppi più o meno organizzati, ecc.)

- Con lo scopo di giovare a qualcun altro, rispetto al volontario, ed alla socIetà nel complesso, contribuendo all’affermazione di valori di interesse generale (pur riconoscendo che fare volontariato porta benefici anche al volontario).

Milioni di cittadini in tutta Europa sono coinvolti attivamente nel volontariato in modi diversi. I dati più recenti mostrano che:

- Nel Regno Unito ogni anno 23 milioni di persone si dedicano al volontariato, garantendo una forza-lavoro pari a quella di 180.000 lavoratori a tempo pieno. Per ogni euro di finanziamento pubblico speso per sovvenzionare il volontariato, i volontari contribuiscono con un valore di 30 euro in termini di tempo lavorativo; si stima che il valore economico del volontariato organizzato nel Regno Unito sia maggiore di 65 miliardi di euro all’anno, cioè il 7,9% del PIL.


- I belgi dedicano 5 ore di lavoro a settimana ad attività di volontariato non retribuite, equivalenti nel complesso a circa 200.000 lavoratori a tempo pieno.

- In Francia il tempo dedicato al volontariato nel 2002, all’interno di associazioni, equivaleva ad oltre 716.000 lavoratori a tempo pieno.

- In Polonia nel 2004 si sono dedicati al volontariato circa 5,4 milioni di cittadini, pari al 18,3% della popolazione. La stima del valore economico del volontariato, calcolata moltiplicando il numero di equivalenti lavoratori a tempo pieno (volontari) per il salario medio nello specifico settore, ammontava a 124 milioni di euro.

- In Germania 23 milioni di cittadini (36%) sono coinvolti in attività di volontariato.

- Il 33% della popolazione irlandese adulta (approssimativamente 1.287.000 di persone) si dedica in qualche modo al volontariato.

Perché è importante il volontariato


I volontari sono impegnati in una vasta gamma di attività: formazione e servizi sociali; mutuo soccorso; supporto all’individuo per lo sviluppo delle proprie potenzialità; campagne di promozione; amministrazione; azione a favore della comunità e dell’ambiente.

Il volontariato è un mezzo di inclusione sociale ed integrazione. Contribuisce alla formazione di una società coesa, creando vincoli di fiducia e solidarietà e, in tal modo, capitale sociale.

Il volontariato è un modo attraverso il quale le persone di ogni nazionalità, religione, ambiente socio-economico ed età possono dare il loro contributo per un cambiamento positivo.

I volontari contribuiscono all’attuazione delle politiche dell’UE, come le politiche per l’inclusione sociale e l’aiuto allo sviluppo2.

ll volontariato può essere concepito ed utilizzato come strumento atto a stimolare una cittadinanza europea attiva e responsabile, che è al centro degli ideali e dei valori europei di democrazia, solidarietà e partecipazione.

É una grande fonte di riconciliazione e ricostruzione nelle società divise. Attraverso il volontariato le persone acquisiscono ed esercitano competenze di leadership, di comunicazione ed organizzazione; ampliano la propria rete sociale di riferimento e spesso si avviano verso un successivo lavoro retribuito; il volontariato garantisce opportunità di apprendimento informale e non formale e, dunque, è uno strumento estremamente importante nella strategia di apprendimento permanente (Life Long Learning) all’interno dell’Unione Europea.

Il valore economico del volontariato ed il suo contributo all’attività “economica” nel Prodotto Interno Lordo sono significativi e pertanto si rende necessaria una loro chiara rendicontazione nei conti statistici nazionali.

Il volontariato e la creazione di partenariati innovativi tra aziende, autorità pubbliche e centri di volontariato sono un modo per ampliare l’agenda della responsabilità sociale d’impresa.

Il volontariato svolge un ruolo importante nel trovare soluzioni a problemi della società. I volontari aiutano ad accrescere la quantità e la qualità dei servizi ed a sviluppare nuovi servizi in modo creativo. In questo modo il volontariato può contribuire alla creazione di nuove opportunità lavorative.

Il volontariato è, quindi, una componente importante dell’obiettivo strategico dell’Unione Europea di diventare “... la più competitiva e dinamica economia mondiale basata sulla conoscenza...”, come è stato adottato dagli Stati membri nel Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo 2000.


Tuttavia il volontariato, sebbene prestato gratuitamente, non è esente da costi.

Affinché il volontariato possa manifestare e sviluppare tutte le funzioni qui menzionate, sono necessari impegni ed azioni concrete volte al suo riconoscimento, sostegno e promozione. Una struttura efficace di volontariato richiede l’impegno di tutti i gruppi portatori di interesse: la società civile, le aziende ed i governi a livello locale, regionale, nazionale e dell’UE. A tal riguardo, l’UE è senza dubbio un attore fondamentale e può contribuire in vari modi allo sviluppo di un sistema di volontariato efficace in Europa.


Il CEV si rivolge alle istituzioni dell’UE affinché...

1. Riconoscano e promuovano attivamente il volontariato

Il volontariato è attivo in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, anche se diverse sono le tradizioni nazionali e regionali e le forme che può assumere. I volontari di tutta Europa hanno in comune l’aspirazione ad essere impegnati attivamente ed a contribuire alla soluzione dei problemi della società. È quindi di primaria importanza che i vari Stati membri dell’UE possano definire e condividere un’esaustiva visione dello scopo e dell’importanza del volontariato, ed un’intesa comune sul ruolo che i vari gruppi di interesse possono giocare nel promuovere e riconoscere il volontariato. Disporre di un’ampia informazione empirica contribuirà a porre il volontariato nell’agenda dell’UE. L’UE, i governi nazionali e le altre parti coinvolte dovrebbero maturare la capacità di monitorare gli sviluppi del volontariato e di analizzare il valore da esso rappresentato. A tal riguardo, si incoraggiano l’UE ed i Governi nazionali ad applicare il manuale delle Nazioni Unite sulle Istituzioni Non-profit (UN Handbook on Non-Profit Institutions) nei sistemi di rendicontazione nazionali e a collaborare con EUROSTAT alla realizzazione di un rapporto che fornisca dati sul volontariato e sul suo valore economico. L’UE deve riconoscere il volontariato orizzontalmente nelle sue diverse politiche. Chiediamo alle istituzioni di impegnarsi attivamente a consultare il CEV e a considerare le sfide che sono raccolte a livello locale e a loro trasmesse. Al fine di promuovere il volontariato, alcuni Stati membri organizzano eventi annuali (come la “Giornata del volontariato” o la “Settimana del volontariato”). L’anno internazionale del Volontariato nel 2001 è stato un evento fondamentale che ha permesso di accrescere l’attenzione sul volontariato e di delineare il quadro di riferimento necessario per il raggiungimento di risultati concreti e per la definizione delle misure capaci di dare nuovo impulso al movimento globale del volontariato. L’anno del volontariato 2005 nel Regno Unito ha ripreso tale esperienza a livello nazionale. L’UE dovrebbe trarne esempio per incoraggiare i Governi nazionali a prestare maggiore attenzione al volontariato e dovrebbe istituire l’Anno Europeo della Cittadinanza Attiva attraverso il Volontariato. Una particolare attenzione si deve dare al riconoscimento delle abilità e delle competenze acquisite attraverso le esperienze di apprendimento non formale ed informale. É necessario riconoscere il ruolo ricoperto dal volontariato nella strategia di apprendimento permanente (Life-Long Learnig strategy) e si deve incentivare lo sviluppo di sistemi che garantiscano il riconoscimento ufficiale delle opportunità informali e non-formali di apprendimento.


2. Sostengano e facilitino il volontariato

In molti Stati, i settori pubblico e privato, in collaborazione tra loro, stanno ricercando dei modi per facilitare e sostenere l’opera dei volontari attraverso lo sviluppo di politiche ad hoc e l’attuazione della legislazione. Tali sforzi includono l’identificazione delle necessarie disposizioni legali, la precisazione dei ruoli di ciascuna delle parti in gioco e lo stanziamento del sostegno finanziario necessario. In tempi recenti, le aziende sono divenute più attive nel campo del volontariato, permettendo la collaborazione dei dipendenti e rimuovendo gli ostacoli alla loro partecipazione. La necessità di infrastrutture per sostenere i volontari ed il volontariato è ampiamente riconosciuta. Tali infrastrutture dovrebbero includere un quadro legale di riferimento per il volontariato, al cui sviluppo l’Unione Europea potrebbe contribuire attraverso la definizione di ampi standard comuni. Le ricerche dimostrano un’enorme diversità tra gli Stati membri riguardo alle definizioni, alle disposizioni legali e a ciò che si intende per “azione di volontariato”. Non tutti gli Stati membri hanno centri di volontariato nazionali o enti che svolgano funzioni di sostegno e promozione del volontariato in generale; un numero ancora minore di Stati ha le infrastrutture necessarie per fornire sostegno al volontariato a livello locale.

A livello europeo, attualmente non ci sono finanziamenti specifici destinati allo sviluppo di infrastrutture europee di supporto al volontariato. Abbiamo bisogno di una struttura europea per favorire lo scambio di informazioni e “buone pratiche”; per lo sviluppo di capacità; per contribuire a delineare una valutazione comune del mondo del volontariato in Europa; per canalizzare le informazioni tra i diversi livelli, nazionale e locale, da un lato, e l’Unione Europea, dall’altro; per dare ai volontari una “voce” all’interno dell’UE e aggiungere una dimensione europea alle innumerevoli attività dei volontari di tutta Europa.

3. Favoriscano attivamente il lavoro in rete

Molto rimane ancora da fare per rafforzare ulteriormente la base del volontariato ad ogni livello (locale, nazionale ed europeo), e particolarmente per dare “voce” alle organizzazioni europee che coinvolgono i volontari. E’ necessario che le istituzioni dell’UE riconoscano il ruolo cruciale che reti quali il CEV svolgono nel collegare l’agenda dell’Unione al livello di base.


16/12/09

Corso di lingua friulana

Comune di Muzzana del Turgnano
Assessorato alla cultura, sport e politiche giovanili

in collaborazione con la Societât Filologjiche Furlane
organizza un


CORSO GRATUITO DI
12 LEZIONI DI
LINGUA E CULTURA FRIULANA
(lettura, scrittura, storia, letteratura, tradizioni, toponomastica)


Le lezioni, a cura di Luigi Del Piccolo (Canzian), avranno inizio entro la fine del mese di gennaio 2010 e si svolgeranno ogni martedì dalle ore 20.30 fino alle 22.30 presso i locali della scuola media di Muzzana.

La presentazione del corso si terrà il 12 gennaio 2010 – alle ore 20.30 - presso i locali di “Villa Muciana” –Piazza S. Marco, n. 3 – Muzzana del Turgnano
Informazioni ed iscrizioni entro il 15 GENNAIO 2010 presso:
Biblioteca Civica di Muzzana del Turgnano tel. 0431 – 698096
Orario di apertura: lunedì e giovedì ore 14.30 – 19.00 /martedì e giovedì ore 9.00 -13.00


10/12/09

Fonti rinnovabili: ecco i Comuni con più impianti per la produzione di energia “verde”

La produzione di energia da fonte rinnovabile è in forte espansione nel nostro Paese. È questo il quadro che emerge da un’indagine condotta da Cittalia, la fondazione Anci ricerche, dal titolo “I Comuni Italiani 2009”. I comuni lombardi producono, complessivamente, la quota maggiore di energia da fonte rinnovabile, seguiti da quelli del Trentino Alto Adige, della Toscana e del Piemonte.
Sono 593 i comuni, localizzati principalmente in Lombardia (32%), Emilia Romagna (10,5%) e Friuli Venezia Giulia (9,1%) che hanno installato sui propri edifici (scuole, ospedali, uffici, biblioteche, ecc.) impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
Sempre più diffusi sono l’eolico, il fotovoltaico, il solare termico, il mini idroelettrico e il geotermico, soprattutto nei comuni del nord Italia. La fonte di energia rinnovabile preferita dagli italiani è il fotovoltaico: sono complessivamente 5.006 i comuni italiani (il 62% del totale) che hanno installato tale tipologia di impianto.
In tre quarti dei territori comunali dell'Emilia Romagna, della Toscana, della Puglia, del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino Alto Adige sono presenti pannelli fotovoltaici. Diffuso anche il solare termico, i cui impianti sono funzionanti nel 37% dei comuni italiani; da segnalare come in oltre l'80% dei comuni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia siano stati installati tali impianti. Gli impianti per la produzione di energia che utilizzano il sole quale fonte sono maggiormente diffusi nei comuni del nord ma è nel sud del paese che si rileva la maggior produzione di energia solare: infatti, è nei comuni pugliesi che si genera il 12,5% della produzione solare italiana; seguono quelli di Lombardia, del Trentino Alto Adige e dell'Emilia Romagna.
Meno diffusi sono, invece, gli impianti mini idroelettrico ed eolico, questi ultimi diffusi in oltre il 10% dei comuni pugliesi, molisani e lucani, mentre i primi in oltre un quinto di quelli valdostani. Ed infatti, è nei comuni delle regioni meridionali che si rileva la maggior produzione di energia eolica, mentre nei territori comunali centro-settentrionali si registrano valori mediamente bassi, a causa anche della limitata dimensione degli impianti. Infine, solo nell'1% dei comuni italiani, soprattutto nel nord del paese, sono localizzati impianti di produzione di energia geotermica.
Quanto ai comuni produttori di energia, dall'indagine emerge che un numero sempre maggiore di comuni italiani ha installato su propri edifici (scuole, ospedali, uffici, biblioteche, ecc.) impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Si tratta complessivamente di 593 comuni, localizzati principalmente in Lombardia (32%), Emilia- Romagna (10,5%) e Friuli-Venezia Giulia (9,1%). Sono 425 i comuni che hanno installato impianti solari fotovoltaici (il 5,2% del totale). Sono invece 294 i comuni che, attraverso pannelli solari termici installati su edifici pubblici, producono energia.
In generale emerge una grande attenzione ai temi dell'energia delle amministrazioni locali italiane. Infatti, dei 408 comuni con popolazione compresa tra 20mila e 60mila abitanti poco meno del 20% produce energia direttamente sfruttando i propri edifici, così come il 54,4% e il 91,7% rispettivamente dei 90 comuni fino a 250mila abitanti e dei 12 comuni oltre tale soglia.

(da edilone.it)

08/12/09

07/12/09

Ddl per ridurre il numero degli assessori e consiglieri comunali

Un disegno di legge per ridurre sensibilmente il numero degli assessori e dei consiglieri comunali e provinciali e ridefinire i compiti e’ stato presentato da Salvo Fleres senatore del Popolo della Liberta’.
”Un ddl – spiega Fleres – per coniugare una maggiore efficienza di funzionamento con l’esigenza di contenere i costi della politica, spingendo verso una semplificazione degli organi, del loro numero allo scopo di aumentare la rapidita’ delle decisioni e ridurre i poteri di veto e ridistribuendo le competenze con una netta distinzione fra organi di governo e organi di controllo. A tal fine i consigli comunali vengono resi organi di controllo politico-amministrativo piu’ che di indirizzo, e con limitate funzioni di indirizzo politico nelle questioni e nelle decisioni che, si ritiene, debbano essere affrontate in un ambito di confronto politico piu’ consono, ovvero in sede di assemblea”.
Il ddl prevede una netta riduzione per consiglieri e assessori comunali che verrebbero dimezzati e anche di piu’: oltre un milione di abitanti scenderebbero da 60 a 30 (gli assessori da 17 a 7), oltre 500 mila da 50 a 25 (assessori da 15 a 6), oltre 250 mila da 46 a 20 (assessori da 13 a 5), oltre 100 mila o capoluoghi di provincia da 40 a 15 (assessori da 11 a 4), oltre 30 mila da 30 a 12 (assessori da 7 a 3), oltre 10 mila da 20 a 10 (da 7 a 3), oltre 3 mila da 16 a 8 (assessori da 5 a 3), fino a 3 mila da 12 a 6 (da 5 a 3, questo avverrà nel nostro comune). Per le provincie la riduzione e’ di un terzo o poco piu’: oltre 1,4 milioni di abitanti da 45 a 30 consiglieri (assessori da 7 a 3), oltre 700 mila da 36 a 25 (assessori da 11 a 5), oltre 300 mila da 30 a 20 (assessori da 9 a 4), fino a 300 mila da 24 a 15 (assessori da 7 a 3).


Pubblicato in Governo da castrum il Martedì 3 Marzo 2009

04/12/09

Il consiglio comunale di Muzzana vota per la difesa dell'acqua pubblica!

Anche il consiglio comunale di Muzzana del Turgnano ha votato un ordine del giorno a favore dell'acqua pubblica.


Di seguito parte del documento approvato nella seduta di venerdì 31 novembre ed illustrato dal consigliere comunale Alessio Turco:


IL CONSIGLIO COMUNALE DI MUZZANA DEL TURGNANO S'IMPEGNA A:


1. Costituzionalizzare il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:


• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
• confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgas n. 267/2000;

2. Promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato attraverso le seguenti azioni:

• a. informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;
• b. contrasto al crescente uso delle acque minerali e promuovere l'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;
• c. promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l'introduzione dell'impianto idrico duale;
• d. promozione, attraverso l'informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;
• e. informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione periodica delle analisi chimiche e biologiche;
• f. promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

03/12/09

Progetto Moldavia

Venerdì 4 dicembre_ore 20:30_villa Muciana_Muzzana del Turgnano


05/11/09

La svendita dell'acqua pubblica

di Paolo Rumiz


Con le reti idriche allo sfascio, l'Italia accelera la privatizzazione dell’ acqua.
Il Parlamento sta discutendo la legge che obbliga a mettere in gara i servizi e ridurre a quote minoritarie la mano pubblica nella gestione, ma nessuno sa dove trovare le risorse per recuperare questo pazzesco gap infrastrutturale.

I lavori necessari ammontano a 62 miliardi di euro: una cifra enorme, come dieci ponti sullo Stretto. Questo mentre 8 milioni di cittadini non hanno accesso all'acqua potabile, 18 milioni bevono acqua non depurata e le perdite del sistema sono salite al 37%, con punte apocalittiche al Sud.
Sono più di vent'anni che s’investe al lumicino, non si costruiscono acquedotti e la manutenzione di quelli esistenti è quasi scomparsa dai bilanci.
Un quadro da Terzo Mondo.

Il rischio è di lasciare in eredità ai nostri figli un patrimonio di acqua inquinata da industrie, residui fognari, chimica, arsenico o metalli pesanti. Di fronte a questo allarme concreto sembra sollevarsi nient'altro che il solito polverone. Uno scontro di teologie: con una maggioranza che crede nell'efficacia salvifica della gara d'appalto e della quotazione in Borsa, e una minoranza che invoca il principio assoluto dell'acqua bene comune. In mezzo a tutto questo, schiacciata fra le scorrerie dei partiti e gli appetiti finanziari dei privati, una miriade di Comuni virtuosi che finora hanno gestito i servizi a basso costo e in modo eccellente, e non intendono alienare l'acqua del sindaco , intesa come ultima trincea del governo pubblico del territorio.

Nell'agosto 2007 Tremonti aveva già sparato un decreto per la privatizzazione, ma si era rivelato così carente che non era stato possibile emanare i regolamenti. Oggi si tenta il bis, con una spinta in più verso i privati. Stavolta è d'accordo anche la lega: la quota della mano pubblica dovrà scendere al 30%. Insomma, che i Comuni in bolletta vendano tutto quello che possono. Facciano cassa, subito. E non fa niente se qualcuno grida al furto e il Contratto mondiale per l'acqua ultima trincea del pubblico servizio minaccia fuoco e fiamme. “In nessun'altra parte d'Europa - attacca il presidente Emilio Molinari - si vieta alla mano pubblica di conservare la maggioranza azionaria. Il rischio è che tutto finisca in mano delle grandi Spa e alle multinazionali. E se il servizio non funziona, invece che al tuo sindaco dovrai rivolgerti a un cali center”.

Contro il provvedimento s'è scatenata una guerra di resistenza. In Puglia il presidente della regione Niki Vendola s'è messo in collisione con gli alleati del Pd, ed non ha solo annunciato di voler far ricorso contro la privatizzazione, ma ha deciso di ripubblicizzare l'acquedotto pugliese, il più grande e malfamato d'Europa (si dice che abbia dato più da... mangiare che da bere ai pugliesi).
Al grido di l'acqua è una cosa pubblica ora si tenta la storica marcia in dietro, anche se non si ha la più pallida idea di chi (la Regione?) pagherà i debiti del carrozzone.

Intanto si moltiplicano le assemblee: Verona, Bari, Udine, Savona, Potenza, Rieti. Da Milano arrivano segnali di preoccupazione, a difesa di un'azienda comunale totalmente pubblica che finora ha mantenuto tariffe tra le pi basse d'Italia. Il malumore cresce nei Comuni di montagna. In Carnia anche quelli della Lega sono ai ferri corti con la giunta regionale di centrodestra. Già hanno dovuto affidare i loro servizi a una Spa-carrozzone che fa acqua da tutte le parti e alza le tariffe senza fare investimenti; ora non vogliono che questo preluda al passaggio a un'azienda con sede a Milano, Roma o magari all'estero. A Mezzana Montaldo (Biella) dove si gestiscono la loro rete in modo ineccepibile da oltre un secolo, non ci pensano nemmeno a mollare l'acqua ad altri.

«la fine del federalismo e dei valori del territorio persino nelle regioni a statuto speciale» osserva Marco Job del C.m.a di Udine. «Facevamo tutto da soli - ghigna il carnico Franceschino Barazzutti – dalle mie parti il sindaco guidava il trattore, e se necessario aggiustava lui stesso la conduttura tra il paese e la sorgente. Oggi devi chiamare i tecnici a Udine, con tempi maggiori e costi più alti. E se devi segnalare un disservizio, devi andare a Toimezzo o Udine, mentre prima era tutto sotto casa. E' tutto chiaro: hanno fatto una Spa pubblica solo per poi passare la mano ai privati».

Privatizzare è l'ultima speranza di adeguarci all’Europa, puntualizza il governo. Ma qui viene il bello. E’ proprio l'enormità dei costi di questo adeguamento a falsare la gara. «Senza certezza sul futuro del servizio e con simili costi fissi nessuna banca al mondo finanzierà le piccole imprese, e così finiranno per vincere le grandi aziende quotate, capaci di autofinanziarsi e di imporsi semplicemente con la forza del nome», spiega Antonio Massarutto dell'università di Udine. «Altra cosa che può falsare i giochi è la mancanza di garanzie sul rispetto delle regole. Siamo in Italia» brontola Roberto Passino, presidente del Coviri, Comitato vigilanza risorse idriche: «Prima si lamentavano perché non funzionavamo, e ora che abbiamo rimesso le cose a posto, tutti si lamentano perché funzioniamo». Un problema di comportamento, insomma. Di cultura e responsabilità.

Pubblico o privato? «Non importa che i gatti siano bianchi oneri scherza Passino citando Marx l'importante è che mangino i topi». Quello che conta è il controllo. In Inghilterra l'azienda pubblica è stata privatizzata al cento per cento, ma la Spa che ha vinto la gara ora ha sul collo il fiato di un'authority ventiquattrore su ventiquattro. Le modifiche del contratto sono impossibili. Ogni cinque anni le tariffe vanno discusse daccapo.

Massarutto: «L'anomalia italiana è che ci si illude che la gara basti a lavorare più bianco. Non è vero niente. Serve uno strumento di controllo e garanzia che impedisca furbate o fughe speculative». Figurarsi se poi l'azienda firma un contratto che include non solo la gestione, ma anche gli investimenti immensi che il settore richiede.

Altra anomalia: abbiamo le tariffe pi basse d'Europa. Questo perché a differenza di Francia o Germania – finora nessuno ha osato scaricare sulle tariffe il costo di questo immenso arretrato di lavori. Viviamo in uno strano Paese, dove si protesta perle bollette dell'acqua, ma non si osa dir nulla su quelle del gas e dell'elettricità, che invece sono udite, le pù alte del Continente. Dire che gli acquedotti si debbano pagare con le tasse è quantomeno spericolato, osserva Giuseppe Altamore autore di grandi libri sulla questione idrica in Italia: «Non vedo cosa ci sia di giusto nel fatto che io debba pagare il servizio idrico anche per gli evasori fiscali». Nell'incertezza sul futuro, il ritardo aumenta, e sulle nostre spalle cresce la previsione di una batosta stimata per ora sui 115 euro pro-capite l'anno.

(da Repubblica di giovedì 5 novembre 2009)

01/11/09

L'acqua del Sindaco


Di Domenico Finiguerra - Sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI)

Gentili consiglieri, negli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, attorno all’acqua si è sviluppato un dibattito internazionale che anche nel nostro paese sta producendo azioni e legislazione.

Noi viviamo l’acqua come una presenza scontata in tutte le attività della vita quotidiana (alimentari, igieniche, produttive, ricreative). Purtroppo non possiamo dire che sia altrettanto, non solo nei paesi del sud del mondo, ma anche in alcune regioni del sud Italia.

Attorno all’acqua si muovono e si intrecciano interessi. Interessi che cresceranno sempre più al crescere della crisi idrica. Per l’acqua si provocano e si provocheranno guerre e guerriglie.

L’acqua è diventato uno dei beni della terra che possono produrre profitti, ricchezze e quindi disuguaglianze e ingiustizie.

L’acqua è considerato da taluni soggetti economici, le multinazionali in primis, come una merce preziosa, al pari del petrolio o dei diamanti. Questo processo di mercificazione, complice l’economia globalizzata, sta cambiando la definizione di acqua da bene pubblico a proprietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. Un processo pericoloso, che deve trovare un processo di segno opposto, che punti a mantenere inalterata la natura dell’acqua e a riaffermare il diritto all’acqua come un diritto naturale, che vada oltre il riconoscimento del legislatore, in quanto legato alla natura stessa dell’uomo.

L’acqua è vita. E’ un bene essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente. Ed è diritto inviolabile dell’uomo l’accesso all’acqua potabile e a quella necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi.

L’acqua è un diritto universale, inalienabile ed indivisibile, che può essere annoverato fra quelli cui fa riferimento l’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana (La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale).

Questa concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata negli ultimi 40 anni a livello mondiale. A partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo, maggio 1968) fino ad arrivare al pronunciamento dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (settembre 2007): Il diritto all’acqua risulta un’estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esso riflette l’imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana.

L’acqua e la sua scarsità, dovuta anche ai mutamenti climatici che interessano il pianeta, pone tutti noi, cittadini e governanti, di fronte a grandi responsabilità. Pur essendo rinnovabile, il “bene acqua”, per effetto dell’azione dell’uomo, può ridursi o addirittura esaurirsi.

E’ quindi responsabilità sia individuale che collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzandolo con saggezza, preservandolo, affinché esso sia accessibile e disponibile a tutti, nel presente come per le future generazioni.

La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”.

Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno – priorità 2003-2006 – affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.

Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).

Ciononostante, in Italia, si sta procedendo a tappe forzate verso l’assoggettamento dell’acqua alle regole del mercato, facendo rientrare il servizio idrico nel novero dei servizi pubblici locali per i quali si debba procedere alla liberalizzazione/privatizzazione.

A fronte della politica mondiale mirante alla privatizzazione dell’Acqua, anche in Italia è sorto un movimento di contrasto a questa politica, il Forum dei Movimenti per l’acqua: una rete associativa cui aderiscono organizzazioni nazionali e comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, dalla determinazione per una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici.

Un movimento che ha depositato nel luglio 2007, una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua supportata da 406.626 firme di cittadini.

Anche il Comune di Cassinetta di Lugagnano, negli ultimi a anni, in coerenza con la propria impostazione politica e culturale di contrasto alla strategia della mercificazione/monetizzazione dei beni comuni, ha partecipato alla grande mobilitazione dei Comuni, del Comitato Milanese e Lombardo per l’acqua pubblica, del Forum italiano dei movimenti e del Contratto Mondiale sull’acqua.

Una mobilitazione che ha portato 144 comuni Lombardi a promuovere un referendum contro la Legge regionale 18/2006 che obbligava i comuni lombardi a privatizzare l’acqua; legge poi modificata proprio su pressione della mobilitazione di cittadini, associazioni ed enti locali.

Una mobilitazione che aveva raggiunto l’obiettivo di ottenere una norma che consentisse il mantenimento della gestione del servizio idrico “in house”, per mezzo di società a totale capitale pubblico, ovvero sotto il diretto controllo dei Comuni.

Ma in maniera quasi clandestina, in totale assenza di un doveroso dibattito politico e pubblico, e mistificando la realtà, spacciando la decisione come imposta dall’Europa, il 9 settembre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che modificando l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, non solo apre la strada alla privatizzazione dell’acqua (di fatto già realizzata con pessimi risultati in molte parti d’Italia) ma la rende obbligatoria. Infatti, la modifica apportata prescrive l’affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara. Prevedendo che le quote di partecipazione del pubblico ad eventuali società miste non possano superare il 40%.

La novella legislativa annulla così i margini concessi alle amministrazioni locali dall’art. 23 bis della legge n.133/2008, che consentiva di mantenere la gestione “in house” nei servizi fondamentali come l’acqua. Un decreto palesemente incostituzionale, perché getta le basi per la mercificazione (e quindi la possibile/probabile violazione) di un diritto individuale irrinunciabile.

Di fatto, gli Enti Locali vengono espulsi per legge, non solo dalla gestione del servizio idrico,­ bensì di tutti i servizi pubblici locali, tra cui il trattamento dei rifiuti e il trasporto pubblico locale.

L’attacco ai beni comuni che si apre con questa decisione deve vedere gli Enti Locali, e i Comuni in particolare, protagonisti di una mobilitazione politica e culturale, a partire dai territori e dai cittadini che li abitano.

A mio parere non è possibile assistere passivamente a quanto si sta consumando. Perché, riprendendo le parole di Padre Alex Zanotelli, il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” sta diventando la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua!

Credo che chiunque ricopra cariche pubbliche, ancorché in un piccolo comune di provincia come il nostro, debba porsi sempre, per ogni atto, azione o omissione che compie, la seguente domanda: “mio figlio, il figlio di mio figlio e i figli di chiunque altro su questo pianeta, avranno ricadute positive dalla mia azione e dalle mie decisioni.

Cari consiglieri, rispondendo a questa domanda e rivolgendola a tutti voi, sottopongo all’attenzione dell’assemblea la seguente proposta di deliberazione, con la quale il Comune di Cassinetta di Lugagnano riconosce l’Acqua come “Bene Comune” e il Servizio Idrico Integrato come “servizio privo di rilevanza economica”.

25/09/09

"Sentieri di Pace" Lunedì 5 ottobre ore 21.00 Villa Muciana


"Con la partecipazione di Don Pierluigi Di Piazza"
(centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano")


proiezione del film "Anam, il senzanome"
di Mario Zanot.
L’intervista, realizzata dal regista Mario Zanot nel maggio 2004, è l’ultima testimonianza filmata di Tiziano Terzani, scomparso poco tempo dopo proprio nel suo ritiro dell’Orsigna, sulle montagne toscane, dove si sono svolte le riprese. Lo scrittore e giornalista, grande conoscitore dell’Oriente, per trent’anni corrispondente dall’Asia del settimanale tedesco Der Spiegel e collaboratore di la Repubblica e del Corriere della Sera, racconta se stesso in una sorta di "testamento spirituale" in cui si affollano pensieri e riflessioni sulla vita e sul mondo. Protagonista assoluto dello schermo, seduto a gambe incrociate sul pavimento o a passeggio tra gli alberi del giardino, Terzani guarda lo spettatore negli occhi e lo coinvolge in un colloquio intimo, che alterna momenti di pacatezza ad attimi di fervore, ma si mantiene sempre e fortemente appassionato. Colpiscono, come nelle pagine dei suoi libri, l’immediatezza e la spontaneità del racconto che spazia dal personale al pubblico e al sociale: il giornalismo, il viaggio, l’America, l’11 settembre, la religione, sono solo alcuni dei temi toccati nella conversazione. Particolarmente vibranti sono i brani dedicati alle riflessioni sulla malattia, sulla vita e sulla morte, "questa malattia con cui nasciamo, che è incurabile" e che fu oggetto della ricerca interiore a cui lo scrittore si dedicò negli ultimi anni della sua esistenza. Le riprese, durate due giorni, ci restituiscono l’immagine di un uomo provato dalla sofferenza fisica, ma profondamente sereno e consapevole del traguardo che sta per raggiungere.
A poco meno di un anno dalla sua scomparsa, il ricordo di questo protagonista della scena giornalistica e letteraria internazionale è ancora fortissimo. Questo film, che riprende nel titolo il soprannome indiano che si era voluto attribuire lo stesso Terzani, Anam, il Senzanome, ("un nome appropriatissimo, mi parve, per concludere una vita tutta spesa a cercare di farmene uno!") restituisce a tutti coloro che lo hanno conosciuto attraverso i suoi articoli e i suoi libri la grande umanità di un testimone attento e coraggioso dei nostri tempi.

10/09/09

Sentieri di Pace


In occasione della festa del Perdon, da sempre momento di aggregazione per la nostra comunità, l'Amministrazione Comunale invita tutti i cittadini a condividere un momento di riflessione legato ai temi della Pace e della Solidarietà.

Sentieri di Pace vuole prendere spunto dalle parole di Tiziano Terzani, un grande uomo, giornalista e scrittore, che ha fatto della pace una ragione di vita e che ci ha lasciato testimonianze per iniziare, dentro di noi, la ricerca del sentiero di Pace.
Giovedi 17 Settembre ore 21.00 Villa Muciana

“Fâ sù politichis di Pâs partint dal bas”

Cognossince, dialic, solidarietât e cooperazion.
La esperienze furlane/argjentine di Snait!con la partecipazione di Padre Josè Resich (Parrocchia di San Pablo, Ferrari, Argentina)

Il progetto Snait! nasce alla fine
del 2003 dall’incontro tra alcuni musicisti ed artisti friulani e operatori culturali argentini di origine italiana allo scopo di fare qualcosa per dare prospettive di futuro migliore a tanti bambini e ragazzi che vivono nella località marginalizzata di Ferrari (estrema periferia di Buenos Aires).

Agli incontri parteciperanno i coscritti della classe 90,amministratori comunali,
esponenti della scuola,della parrocchia e delle associazioni locali.

24/08/09

FUNDATIA “DON BOSCO” a Chişnău in Moldavia



Dal 02-08-2009 al 15-08-2009

Cinque muzzanesi sono appena ritornati da una forte esperienza in Moldavia.

Franceschinis Isarco

Franceschinis Gianni

Del Piccolo Marino

Zoratti Andrea

Turco Alessio

Cinque volontari che muniti di furgone, hanno intrapreso un lungo viaggio, attraversando: Austria, Ungheria e Romania, per poi giungere in Moldavia, nella sua capitale Chişinău. Qui sono stati accolti dal centro Don bosco, una zona periferica “non desiderata” dalla città dove risiedono alcolizzati, poveri e scarcerati. Il tessuto sociale di questo stato non è completo perché la classe adulta è quasi interamente in cerca di fortuna altrove, abbandonando al loro destino bambini e anziani. Potete immaginare la situazione catastrofica.
Il progetto Don Bosco si propone nell’accogliere i bambini e creare attorno a loro una nuova speranza, una nuova famiglia allargata in una terra satura di corruzione e stenti. Pian piano si sta cercando di proporre varie iniziative fra cui:
Una scuola professionale di elettricisti, idraulici e informatici, con l’augurio che un domani si possa trasformarla da privata a pubblica;
Laboratori dopo scuola;
Corsi d’inglese;
Animazione e svago con sport, musica e teatro.

In questo oratorio, abbiamo contribuito in maniera più che altro manuale, intonacando un muro di recinzione in pietra e rinfrescato le pareti della palestra, sala giochi e le stanze di laboratorio. La sveglia ogni giorno suonava alle 06:00 per poter essere totalmente attivi alle 07:00. Il Marino era l’addetto alla bitumiera, Io a intonacare e il super Gianni come fedelissimo aiutante, nell’altro cantiere l’Isarco dava le direttive oltre al lavoro e l’ Andrea lo seguiva a ruota attorniato dai giovani salesiani. Più o meno sono stati compiuti 1300 mq di pittura e un centinaio di intonaco.
Vi faccio leggere un piccolo racconto tratto dal mio personale diario di bordo:
“Alle 7:00 siamo già in bomba, noi friulani a cavalcare l’onda del lavoro, senza pentimenti e senza accusare il minimo senso di stanchezza […] Si lavora per loro, per i bambini, per rivedere quel sorriso cancellato dalla miseria […] La nostra è una piccola goccia, un piccolo contributo, ma, in questi casi, solo un lavoro concreto può dare risultati! […]”Un ringraziamento grandissimo va a tutti gli sponsor che hanno contribuito a questa spedizione umanitaria.

ALESSIO TURCO

13/08/09

L'Austrie e je le BIO-Nazion numar un in Europe!

Ancje cence cognossi lis statistichis, ognidun lu podeve viodi che tai ultins agns o vevin un vêr bio boom: il numar dai prodots biologjics tai supermarcjâts al cres di un continui. Agns indaûr no ‘nd jere nuie altri che cualchi prodot fat di lat biologjic e in plusôrs lûcs nancje chest. Vuê in ogni puest di vendite o cjatìn scuasit par ogni prodot une sielte alternative di divignince biologjiche – clâr, une alternative che e coste 30%-100% di plui -.
Secont Eurostat 80/2007, lis plui altis proporzions di aree biologjiche si regjistravin tal 2005 in Austrie (11,0%), Italie (8,4%), Republiche Ceche e Grecie (7,2%). Un dai obietîfs dal Ministeri de Agriculture al è chel di dopleâ la aree: dal atuâl 14% dal 2008 al 20% dentri dal 2010.
IL RIMPIN CUINTRI I BIO PRODOTS AL È IL LÔR PRESIT «MASSE SALÂT»_ Secont BIO AUSTRIA (Portâl de Agriculture Biologjiche Austriac) (1/08) tal 2007 lis venditis di prodots biologjics a àn regjistrât il 6% dal faturât totâl pai prodots alimentârs (il 64% dai prodots biologjics si spacin tai supermarcjâts). Une analisi di marketing (Bio Austria 2/07) e dîs che pe maiorance de int (tal 2003 il 46%, tal 2007 dome il 33%) il rimpin cuintri i prodots biologjics al è il lôr presit “masse salât”. Plui dispès si compre lat (57%), cjar bovine (52%) o polam (51%); cun di plui, la divignince biologjiche e je considerade une vore impuartant tal câs dai ûfs (77%).
LA AUSTRIE E JE IL PRIN PAÎS DE UE CHE E VIERÇ LIS BATARIIS ANIMÂLS_ Daspò dal prin di Zenâr, l’arlevament in gabiote convenzionâl di gjalinis al è improibît. La Austrie e sarà il prin paîs de UE che e vierzarà lis batariis (i svuizars lu vevin fat za tal lontan 1992): inaltrò, te UE, lu vuelin fâ dome dopo il 2012.
Chest pas al vûl dî molâ il sisteme che al proviôt la ventilazion artificiâl e la lûs sfuarçade di un continui par parâ sù la produzion. Une torture pai nemâi, cence nissune pussiblitât di movisi, suntun teritori di 550 cm2, vâl a dî l’88% de largjure di une pagjine in formât A4.
Il piês dal piês a son i dams psicologjics: lis gjalinis a disvilupin un compuartament agressîf fin al canibalisim.
In Austrie si consumin ogni an 2 miliarts di ûfs, ven a stâi plui di 235 par persone. Par sigurâ chest numar a coventin plui di 6,7 milions di gjalinis. Grazie al disvilup dai ultins agns, il 38% dai ûfs si vendin in mût alternatîf, par vendite direte o tai marcjâts dai contadins.
Fûr che pocjis ecezions, ducj i supermarcjâts in Austrie a àn bandît dal lôr sortiment i ûfs des batariis animâls. I ûfs industriâi a vegnin doprâts te industrie alimentâr.
La organizazion pe protezion dai nemâi Vier Pfoten (Cuatri talpis) nus vise ancje che si va indevant cu la pratiche di distermini dai mascjos. In Austrie, dome tal 2007 a àn fat fûr «dibant» 6,3 milions di poleçuts (Statistik Austria), ven a stâi la metât di dute la produzion di poleçuts. Chest metodi al è impleât in ducj i gjenars di arlevaments, sedi tes batariis classichis o in chês modificadis, tes volieris, tal viert o te produzion bio.

Janez Erat
(La Patrie da Friûl, Zenâr-Fevrâr 2009)

05/08/09

La "Bio Agricoltura Sociale"

Laboratorio Muzzana sostiene l’iniziativa dell’AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica) che consiste nella sensibilizzazione di un metodo di produzione che rispetta la salute dell’uomo e dell’ambiente valorizzando le qualità delle risorse locali garantendone allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile. Questa iniziativa prende il nome di Bio Agricoltura Sociale.

per saperne di più visita il sito: http//www.aiab.it/

RISULTATI ELETTORALI MUZZANA DEL TURGNANO 2009

31/05/09

Metti una croce sul nostro simbolo





Chiusura campagna elettorale:

Giovedì 4 giugno
dalle ore 19.30 alle 23.00

in piazza S.Marco a Muzzana

i candidati delle liste "LABORATORIOMUZZANA" e "Prospettiva Comune"

assieme a Vittorino Gallo partecipano alla serata di chiusura della campagna elettorale

Tutti sono invitati!

27/05/09

Presentazione liste a sostegno di Vittorino Gallo

MUZZANA DEL TURGNANO – ELEZIONI COMUNALI 6-7 giugno 2009

Il candidato Sindaco Vittorino Gallo incontra gli elettori

Giovedì 28 maggio ore 21.00

presso il centro civico dei Casali Franceschinis

Venerdi 29 maggio ore 21.00


presso Villa Muciana

per presentare il programma elettorale ed i candidati delle liste che lo sostengono.

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Giovedì 4 giugno dalle ore 19.30 alle 23.00

in piazza S.Marco a Muzzana

i candidati delle liste "LABORATORIOMUZZANA" e "Prospettiva Comune"

assieme a Vittorino Gallo partecipano alla serata di chiusura

della campagna elettorale

Tutti sono invitati!

07/05/09

Lista dei Candidati

1)GUZZON ALESSANDRO anni 19
Diploma di perito meccanico
Progettista meccanico

2)CARTURAN DENIS anni 19
Diplomando in ragioneria

3)CECCATO MATTEO anni 18
Diplomando in ragioneria

4)DEL PONTE GIADA anni 22
Diploma di tecnico e di gestione aziendale

5)NARDON DENIS anni 24
Laurea in "tecniche della prevenzione
dell'ambiente e luoghi di lavoro"
Consulente sicurezza

6)TOMBA ALBERTO anni 21
Diploma di tecnico Aziendale
Termoidraulico

7)MICHELIN EMANUELE anni 25
Operaio metalmeccanico su macchine C.N.C.

8)SEDRAN CRISTIAN anni 36
Istituto professionale alberghiero
Cuoco

9)TURCO ALESSIO anni 25
Perito industriale per l'elettronica e le
telecomunicazioni
Operatore edile

10)CASADIO LORENZO anni 24
Laureato in "Scienze Politiche”

11)SCIACCHITANO BORIS anni 25
Laureando in "Operazioni di pace, gestione
e mediazione dei conflitti “

LABORATORIOMUZZANA sostiene il candidato Sindaco Gallo Vittorino

21/04/09

Il futuro è adesso


Capannori è il primo comune in provincia di Lucca per il numero di impianti solari termici installati.

Alerr Foundation, grazie alla propria attività di promozione del solare termico, ha fatto sì che Lucca sia la provincia toscana con più impianti di questo tipo e Capannori il comune con il maggior numero di impianti in provincia: 134 installati in quattro anni. Questi impianti, in 20 anni permetteranno di ridurre di 2.402 le tonnellate di anidride carbonica emesse.

Inoltre grazie alla raccolta differenziata a Capannori negli ultimi 5 anni si sono riciclate 46.846 tonnellate di organico e sfascio, 28.104 tonnellate di carta, 3.555 tonnellate di ferro, 4.571 tonnellate di legno e 8.703 tonnellate di multimateriale. Questo equivale a un risparmio di 82.730 tonnellate di anidride carbonica ovvero di 27.714 tonnellate di petrolio e di 401.000 alberi.

Sono questi alcuni dei dati che sono stati esposti nella prima giornata del convegno “Capannori: il futuro è adesso”, organizzato dall’amministrazione comunale e da Alerr Foundation in collaborazione con Acquapur, Ascit, Consorzio di Bonifica Auser-Bientina, EcoEnergia Futura, Gesam e Sevas, che si è svolto sabato 18 mattina a Villa Bruguier a Camigliano. L’occasione del convegno è servita per fare il bilancio di cinque anni di politiche energetiche ed ambientali assieme ai cittadini e agli esperti, anche in altri settori.

Grazie all’attività di controllo delle caldaie effettuata da Sevas, inoltre, è incrementata l’efficienza degli impianti di riscaldamento. Questo ha permesso di risparmiare 78 tonnallate all’anno di anidride carbonica, equivalenti a 33 tonnellate all’anno di petrolio. Con l’impianto fotovoltaico installato sul tetto del palazzo comunale, inoltre, si sono risparmiate all’anno 18 tonnallate di anidride carbonica equivalenti a 6,25 tonnellate di petrolio. Presto, sui tetti delle quattro scuole medie del territorio verranno installati degli impianti fotovoltaici, che porteranno un risparmio di 36 tonnellate all’anno di anidride carbonica, che equivalgono a 12,5 tonnellate di petrolio.

Infine, grazie all’estensione della rete del metano effettuata sul territorio da Gesam, si sono ridotte di oltre 1.000 le tonnellate all’anno di anidride carbonica emesse.

“L’amministrazione comunale ha fatto molto per la salvaguardia dell’ambiente – dichiara il sindaco, Giorgio Del Ghingaro -. Accanto al primato in Toscana per la raccolta dei rifiuti ci sono tanti altri risultati come la diminuzione dei rifiuti alla fonte, la valorizzazione della filiera corta con il latte fresco sfuso e i distributori di detersivi alla spina. Interventi concreti che hanno portato evidenti benefici anche a tutti i cittadini”.

“In questi anni di politiche ambientali abbiamo raggiunto risultati eccellenti in tutti i settori quali il riciclo del rifiuti, la riduzione degli scarti e investendo nelle energie alternative e in quelle rinnovabili – dice l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci -. Questi grandi risultati sono stati possibili solo grazie al grande impegno di tutti i cittadini, a cui va il più grande merito e la grande responsabilità di continuare a costruire migliori stili di vita per la nostra comunità. Adesso vogliamo migliorare il nostro impegno per l’ambiente, cercando di costruire un futuro sostenibile per la nostra comunità e le prossime generazioni”.

07/04/09

Complimenti!

Complimenti al senatore Francesco Casoli, al senatore Marcello dell’Utri e agli altri 33 firmatari di una mozione presentata dalla maggioranza al Senato che nega l’esistenza dei cambiamenti climatici e invita governo e Unione Europea a rivedere trattati e accordi, dal Protocollo di Kyoto al “Pacchetto clima 20+20+20” (ecco il testo integrale della mozione).


La mozione, che sarà discussa in aula domani, viene presentata con particolare tempismo. In questi giorni infatti sono riuniti a Bonn i delegati dei paesi dell’ONU per i negoziati per la stesura del nuovo trattato globale sul clima, con l’America presente per “recuperare il tempo perduto”.

Pochi giorni fa l’Agenzia USA per l’Ambiente, su richiesta della Corte Suprema, ha ribadito che i cambiamenti climatici sono una minaccia per la salute umana.
Complimenti ai 35 senatori della destra perché domenica scorsa, intervistato dal Times, il presidente UE Barroso ha ribadito che il clima e l’energia sono la priorità dell’Europa e il segretario generale ONU Ban Ki-moon ha dichiarato il 2009 anno mondiale del clima.


Complimenti perché, mentre 35 senatori del PdL negano il fatto che esistono i cambiamenti climatici, tutti i governi di destra d’Europa (Francia, Danimarca, Germania, Olanda, Svezia, ecc.) stanno investendo risorse strategiche nella lotta ai cambiamenti climatici, avendo individuato nel problema una opportunità di innovazione, sviluppo economico e occupazione.

Occupazione “non delocalizzabile” come ha detto Barack Obama.
Complimenti perché domani, quando la mozione negazionista sarà in aula, avrà inizio a Londra il G-20, in cui cambiamenti climatici saranno al centro dell’agenda come elemento fondamentale per la ripresa economica globale e perché il presidente Obama ha convocato un summit mondiale dedicato esclusivamente all’emergenza clima a fine aprile a Washington.


Complimenti perché venerdì, il giorno seguente alla discussione in Senato della mozione negazionista, gli enti locali italiani hanno presentato a Roma la Carta delle Città e dei Territori sul Clima (testo integrale), un documento in cui le città d’Italia chiedono di essere inserite nel nuovo protocollo del dopo Kyoto e si dichiarano disposte a fare la loro parte nella lotta ai cambiamenti climatici. Roma e Milano, ambedue amministrate dal centrodestra, hanno già aderito.

L’evento di venerdì, in cui la carta sarà ufficialmente presentata al governo, è stato organizzato assieme alla Associazione dei Comuni Italiani (ANCI) e all’Unione delle Provincie (UPI) ed ha ricevuto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio del Parlamento Europeo e del Ministero dell’Ambiente.
Complimenti davvero a Francesco Casoli e agli altri 34 firmatari della mozione. Bella mossa e grande tempismo.

Dal sito dei Comuni Virtuosi.

24/03/09

Sostienici, partecipa!

Venerdì 3 aprile alle ore 21.00 al Bar "Al Cacciatore" ci sarà una serata aperta al pubblico dove presenteremo le nostre linee guida e porteremo a conoscenza l'opinione pubblica di quello che vogliamo proporre per il futuro del nostro paese.
Le elezioni sono vicine e vogliamo fare un'appello alla partecipazione di tutti i giovani che, ne siamo convinti, hanno l'energia per iniziare a costruirsi il proprio futuro.
Continuare ad elencare le cose che non vanno serve a poco, piaccia o non piaccia dobbiamo prendere consapevolezza che è arrivato il nostro momento.
Il cambiamento non è l'amico più grande, lo zio, il vicino di casa, il cambiamento siamo noi e tu puoi essere il protagonista del tuo futuro.
LABORATORIOMUZZANA è lo spazio dove puoi esprimerti, ti aspettiamo!

13/03/09

Occupazione, la Safilo delocalizza!


A livello nazionale le domande di disoccupazione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono aumentate del 46% e solo nella nostra regione sono passate, considerando i primi due mesi dell’anno, da 2700 a 6000.

Non sempre gli ammortizzatori sociali, cassa integrazione, sospensioni dell’attività, e successivamente mobilità e disoccupazione riescono ad intercettare tutti i lavoratori ed a corrispondere a situazioni di oggettiva difficoltà ma nonostante tale evidente e gravissima situazione il governo nazionale ha arrogantemente rigettato le proposte del PD riguardanti provvedimenti straordinari per far fronte alla crisi e per tutelare anche i precari e chi è privo di aiuti e garanzie.

Anche nella bassa friulana la crisi occupazionale sta assumendo contorni e dimensioni sempre più preoccupanti. La crisi della Caffaro è il caso più evidente ma hanno chiuso molte aziende minori, molte altre sono ricorse alla cassa integrazione, si sono riscontrati decine e decine di licenziamenti in aziende artigiane ed in edilizia. Per quanto riguarda i nostri comuni vi è stato il fallimento delle Ceramiche Girardi (70 dipendenti) ed ora la paventata delocalizzazione del gruppo Safilo mette a rischio i 300 posti di lavoro dello stabilimento di Precenicco.

I circoli del PD di Palazzolo e Precenicco, nell’esprimere la massima solidarietà a coloro che hanno perso il posto di lavoro ed a quanti lo vedono minacciato, chiedono alle istituzioni, a tutti i livelli, di fare la loro parte.

La chiusura dello stabilimento di Precenicco, nel quale sono occupate moltissime donne, quindi secondi redditi che in un periodo come questo contribuiscono a tenere a galla le rispettive famiglie, sarebbe un colpo con un impatto sociale devastante per il nostro territorio (ricordiamo che inoltre che alla Safilo lavorano alcune decine di lavoratori appartenenti alle categorie protette che sarebbero in ulteriore difficoltà ad essere ricollocati).

Dopo l’incontro del prossimo lunedì tra la proprietà e le rappresentanze sindacali, che speriamo serva a fare un po’ di chiarezza sulla situazione, chiediamo con forza al Sindaco di Palazzolo ed a quello di Precenicco di convocare i consigli comunali e di attivarsi con la necessaria determinazione nei confronti delle istituzioni superiori, in particolare della Regione ai massimi livelli, perché la gravità della situazione richiede uno sforzo eccezionale e, se sarà necessario, una forte mobilitazione di tutte le componenti sociali del territorio.

Lorenzo Fabbro Capogruppo PD Consiglio Comunale di Palazzolo
Manuela Romano Coordinatrice Circolo PD di Palazzolo
Simone Miotto Coordinatore Circolo PD di Precenicco

22/02/09

Incentivi per andare a piedi


Al fine di realizzare proposte di educazione ambientale finalizzate alla attivazione di progetti di "Sostenibilità a Scuola", la Provincia di Parma promuove un bando di contributo rivolto a tutti i Comuni del territorio.
Sono ammessi interventi per l’attivazione di progetti di mobilità sostenibile nei percorsi casa scuola: Piedibus, Bicibus, secondo quanto indicato dal Piano d’Azione di Educazione Ambientale provinciale e in attuazione delle azioni per la mobilità sostenibile previste dal Piano di Tutela dell’Aria.
Per maggiori informazioni su idee e progetti di mobilità sostenibile nei percorsi casa scuola:
www.piedibus.it

13/02/09

27/01/09

Voltare pagina? E' possibile

Nuovi siti nell'elenco dei link, molti hanno iniziato a cambiare le cose e ci dimostrano come, provate a dare un'occhiata!

Strategia Rifiuti Zero a Napoli


Il Comune di Capannori, nel febbraio 2007, con apposita Delibera Consiliare, è stato il primo Comune italiano ad aderire alla strategia internazionale Rifiuti Zero al 2020 organizzando un diverso sistema di raccolta dei rifiuti “Porta a porta” grazie alla preziosa collaborazione dell’azienda Ascit. Nel mese di aprile 2008 a Capannori si è svolto il primo meeting “Rifiuti zero” al quale hanno partecipato esperti, associazioni, amministratori e comitati da tutta Italia e da paesi europei ed extraeuropei. Il Convegno ha avuto un grande successo amplificando a livello nazionale ed internazionale la piena riuscita delle “buone pratiche” di raccolta differenziata “porta a porta” e di riduzione dei rifiuti messe in atto.

L’associazione dei Comuni Virtuosi vede nella Strategia Rifiuti zero l’unica alternativa credibile e sostenibile per affrontare e risolvere uno dei problemi che accomunano tutti i territori del Belpaese, frutto di un modello di sviluppo superato e inadeguato. Nell’ambito delle azioni concrete messe in campo in questi anni dai comuni iscritti, a dimostrazione dell’efficacia che possono assumere progettualità a favore dell’ambiente e delle comunità locali, la strategia zero rifiuti diventa per l’associazione il paradigma con cui declinare le proposte e gli interventi presenti e futuri nel campo dei rifiuti.

Il 15 febbraio prossimo, in occasione dell’Assemblea nazionale della rete che si svolgerà a Melpignano (LE), il coordinamento chiederà formalmente all’assemblea di adottare la Strategia Rifuti Zero, invitando tutti i comuni iscritti a seguire l’esempio del Comune di Capannori (LU).

Prossimamente, a Napoli, dal 18 al 21 febbraio si svolgerà l’incontro mondiale della Zero Waste International Alliance fortemente voluto dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero.

Cogliamo l’occasione di sollecitare un’attiva partecipazione da parte in primo luogo dei Comuni italiani che chiamiamo a far propria un’opportunità irripetibile in quanto farà convergere proprio a Napoli esperti e realtà da tutto il mondo impegnate a promuovere la strategia rifiuti zero. Questo evento si configura della massima importanza non solo per la Regione Campania ma per tutti gli amministratori che nel nostro Paese hanno a cuore il benessere delle loro Comunità ed il futuro del nostro Pianeta. Infatti questo Forum consentirà un concreto scambio di esperienze ed un elevato livello di confronto e di approfondimento nel solco dell’innovazione e della concretezza.

La presenza dei Comuni e degli amministratori, in particolare, ci sembra soprattutto importante nella giornata di giovedì’ 19 perché tutta dedicata proprio alla socializzazione delle migliori esperienze amministrative relative alla messa in atto di politiche virtuose in campo ambientale volte in particolare a favorire successi importanti nel campo delle Raccolte Differenziate, del Riuso/Riciclaggio/Compostaggio e della Riduzione/prevenzione dei rifiuti.

Più in generale il FORUM consentirà una presa di contatto diretta delle problematiche inerenti il percorso di attuazione della strategia rifiuti zero in molte aree e città grandi e piccole del mondo cosi’ come da parte di importanti gruppi industriali e commerciali anch’essi impegnati a promuovere importanti ed anche economicamente vantaggiose esperienze di riduzione degli scarti e/o di riciclo totale degli stessi.

Un’opportunità utile non solo per Napoli e per la Campania martoriate da decenni di criminale traffico di rifiuti tossici e dove la cosiddetta “emergenza rifiuti” è niente affatto risolta che potranno usufruire di proposte specifiche alternative alla disseminazione di inceneritori e discariche, ma anche per il nostro Paese nel suo insieme. Infatti in tutta Italia, grazie ad esperienze positive che riguardano ormai tutte le aree geografiche, stanno crescendo la consapevolezza ed il “know-how” in grado di fornire una risposta non inquinante e vantaggiosa per l’economia e per l’occupazione al problema rifiuti. Le “pratiche virtuose” una volta attuate non solo a livello locale alimentano “stili di vita” alternativi ad uno sterile ed insostenibile consumismo ma incoraggiano e spingono anche le stesse produzioni industriali di beni e merci ad assumere maggiore responsabilità verso problematiche sanitarie ed ambientali. Ed è proprio la responsabilità lo strumento principale che ci deve guidare per costruire un futuro sostenibile attento anche ai “diritti” delle generazioni a venire.

05/01/09

Linee guida del programma.

Queste le linee guida del gruppo individuate dopo le serate a tema che si sono svolte negli ultimi mesi:
Ambiente e Agricoltura
-Ripensare ai metodi di utilizzo del bosco e dei terreni ad uso civico con un progetto di valorizzazione moderno e al passo con i tempi.
-Avvio di Agenda 21.
Urbanistica, lavori Pubblici e Viabilità.
-Sostenere il progetto "Chiarandone".
-Un nuovo modo di concepire il centro del nostro paese creando spazi a favore della socialità e dell'aggregazione delle persone.
Politiche giovanili e sociali
-Qualità e servizi, nuove attenzioni verso chi sarà il nostro futuro e il mondo del sociale.
Cultura, Sport e Associazionismo
-Attivare la creazione di una Pro Loco per favorire e agevolare le tante iniziative all'interno del Comune.