Senti che bel vento...... si cambia!

Senti che bel vento...... si cambia!

08/10/08

La bancarotta dei Comuni

Il Comune di Catania è fallito, i conti in rosso sono almeno 300 milioni di euro, forse più di 800. Il medico dello psiconano Scapagnini invece di un benservito ha ricevuto un regalo, infatti “Il comitato interministeriale per la programmazione economica ha disposto uno stanziamento di 140 milioni per far fronte all’emergenza finanziaria dell’Ente”. Catania non è un caso isolato. Nel 2007 c’è stato il buco di Taranto con 316 milioni di euro. Pochi mesi fa la Ragioneria generale dello Stato ha trovato una voragine di 10.709 milioni di euro nel bilancio del Comune di Roma. I Comuni spendono i soldi che non hanno. E falliscono. In questi casi dovrebbe fallire il sindaco insieme al consiglio comunale. La differenza dovrebbero metterla loro, non noi, non le casse dello Stato.
I Comuni, per fare soldi, si sono messi a fare le banche e a speculare sui derivati.I derivati secondo Wikipedia sono: “Titoli il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni che possono essere utilizzati per copertura di un rischio (hedging), utilizzando un derivato con effetto opposto all'operazione che si vuole coprire (ad esempio, una opzione put può coprire il rischio di un acquisto long di uno strumento finanziario)”.
Non avete capito nulla? I sindaci neppure, per questo i Comuni falliscono.
I derivati consentono di avere una liquidità immediata sui possibili utili. Per esempio, se si investe 100, si può incassare subito 150 (capitale più utili ipotetici). Le banche che propongono i derivati ricevono comunque le loro commissioni, spesso di qualche milione di euro, e sono esenti da ogni rischio. Se il derivato perde, il Comune perde tutto e deve restituire i soldi. Di solito la scadenza del contratto per i derivati è successiva la fine del proprio mandato. In sostanza, i debiti li paga il successore. I rischi da derivati per Comuni, Province e Regioni è di 10 miliardi di euro.
In testa alla classifica dei Comuni alla Deriva, c’è Milano con una esposizione di 300 milioni di euro in derivati. La risposta della Moratti non si è fatta attendere. Il prossimo 16 ottobre il consiglio comunale valuterà se “intraprendere azioni legali contro le banche che hanno convinto il Comune di Milano a sottoscrivere diversi contratti derivati”. Quindi, UBS, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa.
In sostanza accusa le banche di circonvenzione di incapace.
Una tesi vincente. Infatti, qualunque giudice, di fronte a un sindaco che ha investito i soldi dei cittadini in derivati, lo farebbe rinchiudere.
fonte:blog di Beppe Grillo

1 commento:

Stefania Nicoletti ha detto...

Ma possibile che NESSUNO posti un commento??? :-)
Dai su, fatevi sentire!

Sui derivati ci sarebbe molto da discutere, anche restando sul locale.
Che io sappia, anche molti Comuni della nostra zona sono "nei guai" per via di questi derivati. E molti stanno facendo marcia indietro. O, almeno, stanno tentando di farlo... Ammesso che non sia troppo tardi (soprattutto per i soldi di noi cittadini).