Maurizio Ionico
urbanista 
Partito Democratico 
"Permettetemi anzitutto una premessa. Mi chiedo cosa serva un Commissario 
per "la realizzazione dell'Alta Velocità Venezia-Trieste" considerato che, oltre 
allo stipendio, non ha svolto alcuna attività di rilievo se non quella di 
comunicare alcuni pareri sulle esigenze ferroviarie e sulle modalità tecniche di 
intervento sulla tratta, peraltro senza determinare alcuna decisione o 
orientamento da parte del Governo, delle Regioni, di Rfi-Italferr.. Non si è mai 
compreso quale fosse effettivamente la sua funzione specie di fronte 
all'esistenza di progetti e tracciati contraddittori sull'Alta Capacità tra il 
Friuli Venezia Giulia e il Veneto. E' tempo di superare questo modo di operare, 
così come è avvenuto in altre circostanze dove si è soppresso il regime 
commissariale e speciale in modo da ritornare all'ordinarietà amministrativa. 
Questo atto può naturalmente avvenire se esiste un Governo e se si mette mano 
alla Legge Obiettivo.
Il prof. Ivan Cicconi, nella sua relazione introduttiva all'incontro, ha 
illustrato gli effetti prodotti dal fordismo, cioè del tradizionale modo di 
organizzarsi della produzione di beni, con il passaggio al post-fordismo, cioè 
al modello di scala globale che conosciamo e che si è affermato a partire dal 
1989 con l'entrata sulla scena economica di nuovi Paesi e la scomposizione di 
ogni fase del processo produttivo.
Tra questi effetti desidero ricordarne uno che ha dirette conseguenze sul 
Friuli Venezia Giulia e sui nostri territori: dalla frantumazione del fordismo 
sono esplosi su scala europea e nazionale i flussi di traffico, in particolare 
la mobilità delle merci su strada.
Alcuni dati spiegano molto. Nel Mediterraneo si realizza oggi il 45% 
dell'intero traffico marittimo globale; sulla A4 si muovono tra i 6,5 mln e i 7 
mln veicoli/km giornalieri, che significa circa 40 mln di veicoli/anno, di cui 
il 30% di mezzi pesanti; tutte le arterie stradali interne sono coinvolte da una 
intensa mobilità di mezzi per il trasporto delle merci poiché non esiste più il 
magazzino 
Questa situazione quasi automaticamente rimanda alle priorità, di 
breve-medio periodo da intraprendere su scala regionale. Esse sono:
1. la portualità; si tratta di aumentare di scala i porti e di organizzarli 
meglio per attrarre una frazione del traffico marittimo che attraversa il 
Mediterraneo;
2. la ferrovia; si tratta di intervenire sui punti critici e sulle 
strozzature della rete, e ciò significa che vanno promossi interventi sia lungo 
la direttrice est-ovest (Corridoio Mediterraneo, ex Corridoio 5) sia lungo 
quella nord-sud (Corridoio Baltico-Adriatico); gli interventi riguardano 
l'accessibilità agli scali portuali, il nodo di Monfalcone-San Polo, il 
raddoppio della linea Cervignano del F-Udine e la circonvallazione ferroviaria 
di Udine; si tratta di investire circa 300 mln per connettere i porti regionali 
con la linea ad alta capacità "Pontebbana";
3. l'azione sulle opere, ferroviarie e portuali hanno valore se 
accompagnate da una politica delle infrastrutture integrata con quella sui 
trasporti e sul territori la fine di portare più merci dalla strada al ferro, e 
se esiste una politica del trasporto transalpino.
Ecco, queste sono le azioni da compiere rapidamente per fornire risposte 
adeguate al problema che esiste di scarsa "capacità ferroviaria", operare 
secondo il principio della costruzione per fasi, con interventi sulle sede 
esistente e la costruzione di nuova rete.
Se è necessario operare interventi strutturali anche consistenti sulla 
capacità ferroviaria, così non è per l'Alta Velocità. 
A mio avviso, infatti, non ha senso e non trova giustificazioni la 
realizzazione di una linea ad Alta Velocità sul tratto Venezia-Trieste. 
A questo proposito, penso che la progettazione AV di Rfi-Italferr per il 
Friuli Venezia Giulia e per il Veneto non va condivisa in primo luogo perché i 
tracciati non sono coerenti tra loro e non vi è una corretta relazione della 
proposta tecnica con il territorio, i valori ed i luoghi attraversati."
 
 
 
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