Senti che bel vento...... si cambia!

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21/05/15

Il Piano Regolatore di Muzzana del Turgnano: visioni di sviluppo



Il Comune di Muzzana del Turgnano è dotato di PRGC approvato con  deliberazione del Consiglio Comunale n. 46 del 10/10/2000, successivamente modificato con varianti puntuali e revisionato con la variante generale n. 4 approvata con  delibera n. 24 del 18/08/2006 entrata in vigore il 25/01/2007.

A questa sono seguite le Varianti
-          n° 5 (Reiterazione Vincoli Espropriativi)
-          n. 6 (Progetto Area “Chiarandone”) del 2008,
-          n. 7 (Progetto Piste cicloturistiche ASTER Lignano) del 2013,
-          n° 8 (Progetto con acquisizione di via Sottoportico, non approvata)
e infine la variante n. 9 per interventi sulla rete fognaria del CAFC SPA del 2014.

Dal 2006 ad oggi la situazione economica, sociale e i temi che investono il territorio sono notevolmente cambiati.

Questa Amministrazione intende pertanto adeguare le previsioni e le norme di piano alla nuova situazione per costruire un progetto più fattibile e correlato con gli altri programmi che si stanno avviando, più aggiornato dal punto di vista disciplinare e redatto con le nuove e più recenti tecnologie a disposizione, in poche parole addivenire a uno strumento urbanistico che sia congruente con le dinamiche e le necessità territoriali oggi in atto.

Vi è inoltre la volontà di risolvere problemi operativi che si sono manifestati durante la gestione del Piano vigente oltre all’esigenza di rivedere alcune scelte del Piano stesso che non si sono attuate e che necessitano quindi di una debita rivalutazione.

I temi oggetto di rivisitazione sono sinteticamente:
-          revisione e reiterazione dei vincoli espropriativi e procedurali;
-          analisi e revisione di indici e parametri urbanistici;
-          modifica di superfici, perimetri e norme di attuazione;
-          informatizzazione del progetto di piano (GIS).
che corrispondono anche alle Direttive impartite per impostare la variante urbanistica di cui trattasi.

Le modifiche parziali proposte non incidono sull'impianto strutturale del Piano e pertanto non fanno rientrare l’iter della variante all’interno della procedura dell’art. 63 bis, comma 21, della L. R. 5/2007.

L'insieme di queste modifiche è indirizzato in concreto a produrre un Piano di più facile attuazione e gestione, aggiornato alla normativa vigente e che, al tempo stesso, produca un riverbero e ricaduta positivi sulla qualità dello sviluppo, sugli investimenti, sullo stato del territorio, sui suoi problemi, sui punti di forza e sulle risorse per il futuro in linea con il concetto di sostenibilità territoriale e ambientale.

Affrontare il tema del ridisegno delle regole per lo sviluppo del Comune non può a mio avviso prescindere da un confronto diretto con chi abita e opera sul territorio per cui si è deciso di affrontare la prima fase dello studio della variante con un percorso di tipo partecipato che getta le basi nelle politiche urbane cosiddette “bottom up” mutuando le metodologie di Agenda 21.

Per affrontare il citato ridisegno ci si è avvalsi di un percorso partecipato che non a caso è stato sviluppato prima dell'emanazione delle Direttive al fine di ricercare e garantire sin dall’inizio la massima partecipazione, condivisione e sostenibilità sociale dei cittadini e dei vari portatori di interesse e che ha specialmente messo in luce diversi temi e questioni di progetto.

Sono stati pensati e svolti complessivamente 5 incontri: un incontro con le commissioni comunali urbanistica ed edilizia, tre incontri tematici pubblici rispettivamente con i tecnici operanti sul territorio, con gli operatori e imprenditori agricoli, e con le associazioni di carattere culturale, sociale e sportivo. Infine è stato effettuato un incontro finale plenario aperto a tutti i cittadini e portatori di interesse per garantire in egual misura gli interessi individuali e collettivi.

In tutti gli incontri è stata data libertà di parola ai presenti senza prevaricazione alcuna, potrei anche dire senza alcun tipo di filtro.

Dai tavoli sono stati raccolti i diversi punti di vista su risorse, punti di forza e valori ma anche criticità del territorio, problemi, necessità, proposte, progetti e visioni per il futuro.

Le Direttive alla variante, portate oggi all’attenzione di questo consiglio comunale, sintetizzano in quattro grandi campi tematici le questioni da affrontare.

Concludo constatando che il momento storico che stiamo vivendo è molto critico e l’urbanistica rappresenta un termometro preciso che riesce a fotografare nitidamente la realtà odierna e decreta la fine della società opulenta che ha caratterizzato gli ultimi decenni.

Bisogna quindi ripartire dal territorio del quale noi sentiamo gelosi custodi, dalle sue peculiarità e valori ambientali, sociali ed economici ricorrendo a delle politiche sostenibili condivise e partecipate che riescano a coinvolgere la base della società ossia i cittadini e tutti colori che vivono e operano sul territorio.

Il mio augurio è quello di provare a reagire con tutti i mezzi consentiti e disponibili, ad alzare la testa e guardare più in là possibile nel futuro.

Mi rendo conto che è difficile farlo con ottimismo ma come amministratori abbiamo la grande responsabilità di dare l’esempio e provare in ogni modo a ricercare la sostenibilità che si concretizza in azioni, idee e progetti che permettano a noi di vivere dignitosamente nel rispetto di ciò che ci circonda e al contempo preparare la strada a chi verrà dopo di noi.

L’urbanistica come disciplina mette a disposizione tali strumenti anche a basso costo, a condizione di trovare proposte e progettualità innovative oltre a fare strategia territoriale … e la variante in questione rappresenta uno di questi strumenti.

L’assessore all’Urbanistica
Massimiliano Paravano

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