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10/02/15

Muzzana scommette sul bio e affida i terreni ai cittadini


MUZZANA. Muzzana volta pagina: annuncia la conversione al biologico dei terreni a uso civico gestiti dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di creare reddito e valorizzare le peculiarità del territorio in filiera. L’area costituisce, con i suoi 96 ettari, il primo “esperimento” di gestione biologica e certificazione di bene a uso civico in Friuli su così ampia superficie.
A darne notizia l’assessore all’Agricoltura e Usi civici Denis Nardon, che spiega come la scelta dell’agricoltura biologica si basi sull’utilizzazione di pratiche agricole che non prevedono prodotti fitosanitari di sintesi prediligendo i metodi agronomici e la tecnologia pulita. Perciò notevolmente meno impattante sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità e al contempo capace di creare reddito e attrarre turismo. Sui 96 ettari saranno coltivati girasole alto oleico, ceci, fagioli, frumento, erba medica, sovescio, soia, mais. Entro febbraio saranno avviate le gare per l’affidamento diretto dei lavori di coltura con modalità e tempi definiti a breve dall’amministrazione comunale.
I terreni comunali sono certificati da Icea (Istituto Certificazione etica e ambientale), cosa che permetterà tra tre anni, alla fine del periodo di conversione, di etichettare i prodotti ottenuti con il marchio europeo dell'agricoltura biologica.
All’Aiab-Fvg (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) a cui il comune ha aderito, sono stati affidati i compiti di supporto informativo e formativo per la progressiva conversione all’agricoltura biologica dei terreni comunali e elaborazione del piano agro-colturale 2015.
«Nel Comune di Muzzana - spiega l’agronoma Aiab Micheloni - abbiamo attivato un percorso ambizioso e molto concreto che permetterà di dare esempi innovativi agli agricoltori della zona e dimostrare che l’agricoltura biologica non solo è possibile ma è anche vincente, in termini ambientali e in termini economici. L’ambizione è condividere, già da primavera con degli incontri in campo, con gli agricoltori interessati i risultati delle tecniche applicate e lo stato di sviluppo delle colture. Sui 96 ettari del comune è stata impostata una rotazione colturale che prevede la coltivazione di erba medica su una parte importante della superficie al fine di rinettarla e rafforzarne la fertilità. Sono state messe a coltura anche tre tipologie di sovesci che sostituiranno l’utilizzo di concimi di sintesi. Dopo la semina del frumento, a primavera, ai sovesci, seguiranno diverse colture tra cui mais da polenta, soia, girasole (a beneficio anche degli apicoltori), ceci e fagioli».
Messaggero Veneto
5 febbraio 2014

Francesca Artico

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